Aumentano gli ettari di terra coltivati a sorgo in Italia. Lo confermano i dati diffusi dall’Istat: nel 2018 furono 39.596, nel 2019 sono stati 46.799, per una produzione totale di 3.133 tonnellate, a fronte delle 2.948 del 2018.
Un incremento che testimonia il crescente interesse degli agricoltori e degli allevatori per un cereale, il quinto a livello mondiale per importanza, ritenuto “minore” se confrontato con il mais soprattutto in termini di resa/ha, in media tra 7 e 8t./ha, ma decisamente meritevole di attenzione se si considerano le sue caratteristiche, soprattutto quelle riferite alla necessità di rispondere agli effetti dei cambiamenti climatici in atto: il sorgo infatti ha scarsi fabbisogni idrici, richiede un ridotto impiego di mezzi tecnici, è inattaccabile da micotossine e diabrotica. Una coltura quindi ampiamente in grado di soddisfare i requisiti richiesti in termini di sostenibilità ambientale ed economica.
Alla prossima edizione della Fiera Internazionale del Bovino da Latte di Cremona (28-31 ottobre 2020), le potenzialità del sorgo saranno al centro di un evento che, insieme alle altre iniziative in programma, contribuiranno a sottolineare l’unicità e il valore del più importante appuntamento zootecnico nazionale, riconosciuto sulla scena internazionale come uno dei più prestigiosi.
Dopo la Francia, primo Paese produttore di sorgo nella UE28, l’Italia si posiziona al secondo posto, con la produzione maggiormente concentrata in Emilia Romagna dove si colloca il 60% degli ettari coltivati e il 70% della produzione di granella.
Secondo Frédérique Guedy, ricercatore di Eurosorgho, ente impegnato nella ricerca scientifica per il miglioramento genetico del sorgo, l’aumento delle superfici coltivate in Europa è una realtà destinata a confermarsi anno dopo anno, tant’è vero che nel periodo 2018-2019, nella UE, si è registrato un aumento produttivo del 15% per il sorgo in granella e del 17% per quello foraggero, due tipologie che alcuni allevamenti di bovine da latte destinato al Parmigiano Reggiano stanno utilizzando nella razione alimentare in sostituzione del mais, ottenendo spesso risultati identici se non migliori sia in termini di grasso che di proteine.
Ma il sorgo rappresenta una valida opportunità anche per alimentare gli impianti a biogas grazie alla sua elevata efficienza fotosintetica e alla notevole resistenza alla siccità che gli consente di ottimizzare l’utilizzo delle risorse idriche, oltre a richiedere un minor impiego di fertilizzanti rispetto ad altre colture indirizzate alla produzione di biogas.
“Io credo che in Europa il sorgo sia destinato a conoscere una sempre maggiore diffusione – afferma Guedy – in Francia, ad esempio, le nostre stime indicano per il 2020 oltre 100mila ettari coltivati e anche in Italia la tendenza è a un costante incremento delle superfici destinate alla produzione di questo cereale che, nel 2025, potrebbe rappresentare a livello europeo il 10% del consumo totale di cereali destinati all’alimentazione animale, raggiungendo l’obiettivo di circa 3-4 Mha”.