“La filiera della meccanizzazione agricola si è finalmente esposta apertamente a sostegno delle imprese agromeccaniche, spingendo per un loro ingresso nella platea dei beneficiari delle risorse del Programma di sviluppo rurale. Ora che il comparto, con FederUnacoma e Unacma, ha finalmente capito il ruolo dei servizi terziarizzati in agricoltura anche nel sostenere l’economia delle macchine agricole, ci aspettiamo che il ministero delle Politiche agricole ponga fine alla situazione discriminatoria in cui gli agromeccanici sono confinati”.
Così il presidente di Cai, Gianni Dalla Bernardina, ha commentato la posizione espressa in maniera chiara dai presidenti di FederUnacoma (Alessandro Malavolti) e da Unacma (Roberto Rinaldin), in occasione del webinar organizzato venerdì scorso da Vado e Torno Edizioni e Orsa Maggiore International (editori anche della rivista Trattori) sul futuro della meccanizzazione agricola dopo il Coronavirus.
“Evidentemente il crollo delle immatricolazioni lo scorso marzo, conseguenza del confinamento per la pandemia, ha messo in evidenza la necessità di sostenere nuove formule per rilanciare le vendite di macchine e mezzi agricoli – prosegue Dalla Bernardina – e ha messo in luce il ruolo del contoterzismo agricolo come driver non soltanto dell’innovazione, ma anche come leva per la produzione e la commercializzazione di trattori”.
Per la Confederazione Agromeccanici e Agricoltori Italiani è giunto il momento di convocare un tavolo di filiera al ministero delle Politiche agricole per affrontare il nodo della meccanizzazione, l’apertura delle misure del Programma di sviluppo rurale agli agromeccanici professionali e delineare un piano di rilancio della filiera.
Occorrono progetti ambiziosi e nuove modalità, concertate con tutto il settore, per affrontare la fase della rinascita, in cui innovazione, digitalizzazione e agricoltura 4.0 saranno al servizio della produzione agroalimentare e della società.