Finalmente i consumatori italiani potranno mangiare la “fiorentina” ottenuta da bovini di 30 mesi. La decisione del Comitato permanente per la catena alimentare Ue, che ha innalzato da 24 a 30 mesi l’età dei bovini ai quali è consentito mantenere la colonna vertebrale "premia così l’impegno e gli sforzi compiuti degli agricoltori toscani e italiani – commenta positivamente Giordano Pascucci, presidente della Cia Toscana – che si sono orientati sempre di più alla qualità, alla sicurezza, alla genuinità". La novità entrerà in vigore dal prossimo gennaio.
"In questo modo – aggiunge il presidente della Cia – si potrà consumare la “vera” fiorentina. E finisce, pertanto, in maniera definitiva l’emergenza Bse che tanti problemi ha causato alla nostra zootecnia, con particolari riflessi negativi per i redditi degli allevatori".
La Cia Toscana, nel ribadire che da tempo aveva sollecitato la decisione dell’innalzamento a 30 mesi per i bovini, sottolinea che "i nostri allevamenti sono assolutamente garanti, grazie soprattutto alla tenace e costante azione svolta in questi anni dai produttori". I dati dei controlli ne sono la più chiara testimonianza: dai 50 casi di Bse riscontrati nel 2001 in Italia si è passati ad appena 2 di quest’anno.
La “fiorentina” – rileva la Cia – dà vita ad un fatturato a livello nazionale di oltre 200 milioni di euro, circa il 5 per cento del totale complessivo della carne bovina italiana. Un fatturato al quale contribuiscono quattro milioni di turisti stranieri che, in vacanza in Italia, come a Firenze e nelle città toscane, consumano ogni anno almeno una “bistecca con l’osso” a testa.
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