Le strade bianche utilizzate un tempo dai pastori per il trasferimento stagionale delle greggi dall’Appennino alla Maremma, passando dalle terre di Siena, diventano oggi una rete per l’offerta turistica integrata e un esempio di filiera corta territoriale che va dall’allevamento dei capi all’accoglienza, con percorsi per il trekking, il cicloturismo e le passeggiate a cavallo. Si tratta del progetto "Le vie della transumanza", promosso dalle Province di Siena, Arezzo e Grosseto, realizzato in collaborazione con la Regione Toscana, l’Arsia, Toscana Promozione, le Apt, le Strade del Vino e dei Sapori, le associazioni agricole, le Comunità montane e i Comuni dei territori coinvolti e che è stato lanciato con tre eventi inaugurali a Cetica, in provincia di Arezzo (il 28 settembre sulla cultura della transumanza) e a Grosseto (il 30 settembre sul ruolo della transumanza per la filiera corta). Sabato 29 settembre, invece ad Asciano (Siena), è in programma il convegno "L’eradicazione dalla scrapie attraverso il Piano regionale di selezione genetica" (presso Le Piramidi inizio ore 9.30).
Il progetto, quello delle tre province coinvolte, che da solo rappresenta l’80 per cento del patrimonio ovino toscano, prevede il recupero di una parte di quel vasto reticolo di strade secondarie, vicinali e poderali, utilizzate in passato per la transumanza – i cosiddetti ‘tratturi’ – per renderli fruibili e trasformarli in una nuova offerta turistica. Su un totale regionale di 550mila capi ovini a Siena sono presenti 120mila capi con circa l’80 per cento che è utilizzato per la produzione di latte, il 6 per cento per la carne e il 16 per cento per entrambi gli usi – a Grosseto 280mila e ad Arezzo 35mila. «L’obiettivo del progetto – spiega Claudio Galletti, assessore all’agricoltura della Provincia di Siena – che stiamo portando avanti in sinergia con le Province di Grosseto e Arezzo, parte dalla consapevolezza che il comparto zootecnico è stato per troppo tempo ai margini. Vogliamo ridare così dignità e valore a quelle aziende che operano nel settore riscoprendo e valorizzando i valori propri della transumanza con un progetto di cultura ambientale che ci consenta di stimolare quelle aziende che fanno anche trasformazione del prodotto e ospitalità». In provincia di Siena ripercorrendo l’antica via della transumanza è stato recuperato il percorso che dalla diga del Calcione in Casentino arriva fino in Maremma attraversando 55 chilometri di strade che vanno dal Castello di San Gimignanello ai Bagni di Montalceto, da Belvedere a San Giovanni d’Asso e attraverso il Bivio di Lucignano raggiungono Buonconvento e La Befa per arrivare a Sant’Angelo in Colle attraverso il fiume Orcia. Otto sentieri su cui insistono oltre 60 aziende, 12 delle quali biologiche, che oltre ad allevare ovini producono latte, formaggi e fanno dell’accoglienza turistica uno dei loro punti di forza. Le cartine degli itinerari, raccolte in un cofanetto, verranno presentate ad Agrietour, la manifestazione che si svolge dal 16 al 18 novembre ad Arezzo per la promozione dell’offerta agrituristica italiana. Nell’occasione Arsia e Toscana Promozione promuoveranno gli antichi mestieri della transumanza insieme ai relativi pacchetti turistici.