Non associateli a chi nella giornata di ieri ha invaso le piazze di Milano, Roma, Bologna e Torino per protestare contro il governo Conte e contro le misure anti Covid-19. Perché i Gilet Arancioni, quelli originali, ovvero gli agricoltori che lo scorso anno manifestarono (a Bari il 7 gennaio e a Roma il 14 febbraio) pacificamente senza bandiere delle singole associazioni di categorie per chiedere maggiori risorse per l’agricoltura, in particolare per l’olivicoltura pugliese colpita dalle gelate e dalla xylella, non hanno niente a che fare con le proteste di ieri, con chi è sceso in piazza non rispettando alcuna regola anti Coronavirus in vigore.
“Gli agricoltori- ricorda Onofrio Spagnoletti Zeuli – nel 2019, deposero un attimo le bandiere delle proprie organizzazioni (Cia, Confagricoltura, Legacoop, Copagri, Agci, Italia Olivicola, Unapol, Confcooperative, etc.) per unirsi sotto un unico vessillo, il gilet arancione, col quale manifestammo in maniera civile e unitaria per ottenere attenzione e risorse dalle istituzioni per l’olivicoltura piegata dalle gelate e dalla xylella. Grazie a quelle manifestazioni, il governo Conte ed il Ministro Centinaio intervennero con il decreto legge emergenze agricole per indennizzare olivicoltori, braccianti, aziende e cooperative colpiti dai numerosi problemi che ancora oggi affliggono il settore. Siamo lontani anni luce, quindi, dalle manifestazioni di oggi e dagli organizzatori”.
Anche sul profilo Twitter Gilet Arancioni @GArancioni è stato specificato: “Occorre precisare che questo profilo appartiene al movimento degli agricoltori che manifestarono nel 2019 a Bari e a Roma. I Gilet Arancioni di oggi nulla c’entrano con le proteste e con gli agricoltori che nel 2019 manifestarono per ottenere risorse contro gelate e xylella”