“Approfittiamo di questa significativa giornata per ribadire l’importanza di contrastare con ogni mezzo la disinformazione legata all’assunzione del latte, alimento fondamentale per la salute, legato da millenni all’alimentazione umana e caratterizzato da un elevato valore nutrizionale. Un consumo regolare di ‘oro bianco’, infatti, fornisce al nostro organismo ben 9 nutrienti essenziali e un significativo apporto di calcio, magnesio, selenio, vitamina B2, vitamina B5 e vitamina B12”. Lo sottolinea il presidente della Copagri Franco Verrascina in occasione della ventesima edizione del World Milk Day, la giornata istituita dalla FAO per ricordare l’importante contributo offerto dal settore lattiero-caseario alla sostenibilità, allo sviluppo economico, ai mezzi di sussistenza e alla nutrizione.
“Sono sempre più numerose, infatti, le evidenze scientifiche che dimostrano come il latte abbassi il rischio di Diabete di tipo 2, contribuisca alla costruzione e al mantenimento di una solida struttura ossea, sia durante l’infanzia che in età adulta, e abbia inoltre un ruolo preventivo nei confronti di determinati tumori nonché benefici a livello cardiaco, aiutando a ridurre il rischio di ictus”, fa notare il presidente.
“Non bisogna mai dimenticare che le nostre aziende sono le più controllate al mondo e garantiscono la sostenibilità e il benessere animale; il latte, inoltre, la cui assunzione è fondamentale fin dalla prima infanzia, è un alimento che, nell’ambito di un’alimentazione equilibrata, contribuisce a farci vivere in salute e più a lungo”, aggiunge Verrascina.
“Bisogna pertanto combattere le notizie sulla presunta insalubrità del latte, che producono incalcolabili danni di immagine e di carattere economico a tutta la filiera lattiero-casearia, attraverso una corretta informazione e una adeguata educazione alimentare, partendo dalle scuole, dove è fondamentale continuare a puntare con decisione su iniziative apposite e sfruttare appieno le possibilità offerte dal programma comunitario ‘latte nelle scuole’”, prosegue il presidente.
“Pensiamo, ad esempio, alle fantomatiche richieste di certificazioni ‘COVID-free’ giunte da alcuni paesi all’inizio della pandemia, che hanno senz’altro fatto aumentare il conto dei danni a carico di un comparto già in difficoltà, sul quale pesano il costante calo dei consumi e i dazi imposti dagli USA e sulla cui situazione hanno ulteriormente gravato gli effetti del Coronavirus, con il blocco pressoché totale dell’export e del canale HoReCa; tutte questioni alle quali hanno fatto solo da parziale contraltare gli aumenti dei consumi fatti registrare in fase di lockdown”, conclude Verrascina.