Mozzarella agli ormoni, una bufala da 4 milioni di euro. Dal Consorzio fiducia ai consumatori

Vendite dimezzate e un danno economico quantificabile in 4 milioni di euro. In una sola settimana. E’ questo l’amaro risveglio della filiera della mozzarella di bufala campana Dop a pochi giorni dalla notizia delle mozzarelle di bufala contenenti ormoni nocivi per la salute umana. Notizia fra l’altro smentita nelle ore successive dall’ Istituto Superiore della Sanità e poi dal ministro De Castro. Ma ormai il danno è stato fatto.

«E’ proprio così – sottolinea ad agricultura.it il direttore generale del Consorzio della mozzarella di bufala campana Dop, Vincenzo Oliviero -, il danno, e molto grave, c’è stato. Prima economico se pensiamo che in una settimana le nostre aziende hanno registrato un calo del 50 per cento delle vendite, che possiamo quantificare in quasi quattro milioni di euro; ma il danno d’immagine come lo andiamo a quantificare? Come possiamo riacquistare la fiducia dei nostri consumatori? E poi, chi dobbiamo denunciare? Un’idea ce l’abbiamo».

I media hanno parlato dell’operazione dei Nas di Napoli, che ha portato al sequestro di nove allevamenti nel casertano per 1500 capi bufalini e circa 2000 confezioni di medicinali. La sostanza era stata definita cancerogena per l’uomo e aumentava la produzione di latte, destinato alle mozzarelle di bufala, nell’animale. Poi c’è stata la smentita tecnica e scientifica: in primis dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) e quindi del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali. «Ma di questo non si è più parlato. E’ uno schifo! – commenta amareggiato Oliviero -. Il Nas dei Carabinieri ha commesso un madornale errore di comunicazione, attribuendo ai metaboliti dell’ormone somatatropo proprietà cancerogene e mutagene dell’essere umano. I Nas hanno fatto bene i controlli ma poi hanno diramato una notizia priva di fondamento scientifico. E’ venuta fuori soltanto la notizia in negativo, poi basta. Mi preme sottolineare che l’ISS, con il direttore del Dipartimento di Sanità Alimentare e Animale, Agostino Macrì, è intervenuto di sua spontanea volontà senza che noi lo avessimo interpellato. Poi c’è stata la replica del Mipaaf ( ma anche in questo caso la stampa nazionale ha sorvolato».

Il “caso” rischia di mettere in ginocchio il comparto di uno dei portabandiera del made in Italy dell’agroalimentare più famosi al mondo: l’area della Dop della Mozzarella di bufala campana comprende le province campane di Caserta e Salerno, e parte delle province laziali di Latina e Frosinone, conta 140 caseifici (129 in Campania e 11 nel Lazio), 2000 allevamenti bufalini per 282mila capi e offre lavoro a ben 20mila persone. Nel 2005 sono stati venduti 30milioni di chilogrammi di prodotto (84% in Italia, 16% all’estero). Quanto costa produrre una mozzarella di bufala Dop? Un litro di latte di bufala 1,10-1,20 euro (il latte vaccino costa quattro volte meno), e per fare 1 kg di mozzarella servono 4 litri di latte. Quindi circa 4,5 euro per la materia prima. Se a questi sommiamo un 30% di costi di trasformazione (1,5 €) e i costi di confezionamento e trasporto si arriva ad un prezzo di circa 7,5 euro al kg al caseificio.

«Mentre le aziende poste sotto sequestro – precisa il direttore Oliviero ad agricultura.it – sono state 9 per 1500 capi, una percentuale irrisoria. Ma non solo: la Magistratura, da noi sollecitata, non ha reso pubblici i nomi delle aziende incriminate, così non possiamo ancora avviare la procedura per escluderli dal sistema della Dop».

Intanto le attività di controllo e di tutela del Consorzio vanno avanti: le aziende sono tenute, innanzitutto, a rispettare le direttive del disciplinare di produzione. Sono regole di carattere mercelogico (le competenze sanitarie sono a cura delle Asl): dal numero di animali, alle quantità di latte e allevamenti. Poi si procede con i controlli, viene assicurato che il latte venga conferito direttamente al caseificio e che vengano rispettati i processi di trasformazione (coaugulazione, acidificazione, etc.). Inoltre compito del Consorzio è quello di dare una mano alle aziende per tutte le pratiche burocratiche. «Poi c’è un controllo a valle della produzione – spiega ad agricultura.it Oliviero -: il nostro personale ispettivo (4 ispettori) effettua controlli nei punti vendita e supermercati di tutta Italia, da Aosta a Trapani, verificando la qualità di campionature di prodotto. Nel 2006 abbiamo fino ad oggi effettuato oltre 300 campionature. Nelle mozzarelle di bufala con il marchio Dop deve risultare sempre il 100% di latte di bufala, altrimenti è un falso e scattano le denunce penali».

E non è legale neppure falsificare l’etichetta, usare una parte della denominazione, o ingannare la fiducia del consumatore con insegne anomale e non complete: nel 2005 sono state 20 le contraffazioni in Italia, di questo tipo, scoperte e denunciate dal Consorzio.

Poi si viene a scoprire che la Dop della mozzarella di bufala campana è la più controllata in Italia: «Fra le Dop italiane (anno 2004) più controllate dal ICRF (Ispettorato Centrale Repressione Frodi del Mipaaf) – sottolinea Vincenzo Oliviero –, la Mozzarella di bufala è al primo posto, con il 21%. Apprendere che siamo la Dop più controllata in Italia ci fa molto piacere, è un grande segno di garanzia verso i consumatori».

Insomma le rassicurazioni ci sono ed il Consorzio sta lavorando per migliorare la condizione delle aziende, dando un impulso all’intera economia dell’area. «E’ necessario – auspica il direttore del Consorzio – che la Regione Campania ponga una maggiore attenzione al casertano. Noi intanto abbiamo lanciato l’idea provocatoria di una certificazione ambientale per dare un valore aggiunto alle aziende e non solo. Per quanto riguarda le aziende incriminate per il latte agli ormoni, invece, voglio sottolineare che un allevatore serio, la quasi totalità, sa benissimo che queste schifezze non vanno usate, anche perché si rischia l’ingravidazione della bufala, quindi è pratica quanto mai controproducente. Vogliamo l’aiuto della Regione anche per far decollare un’assistenza zootecnica organizzata ed efficiente. Gli enti locali ed il Ministero devono sapere che per avere una mozzarella Dop devono essere Dop anche gli allevatori. Il Consorzio ha da qualche tempo istituito il Codice di comportamento alimentare per le bufale, ma non è obbligatorio e sono solo 200 le aziende che lo hanno adottato. Il Consorzio chiederà a breve al Ministero che lo renda obbligatorio, così come deve rendere obbligatorio l’iscrizione dei capi bufalini al libro genealogico, visto che attualmente lo sono soltanto il 6% degli animali. Il nostro impegno – conclude Vincenzo Oliviero ad agricultura.it – va avanti, vogliamo poterci tutelare maggiormente per non perdere la faccia, per garantire a tutti i consumatori un prodotto sano, buono, pulito e di qualità».

LB

Redazione agricultura.it

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