Diversificare la produzione e mantenere un alto standard di qualità del prodotto. Sono queste le parole d’ordine del futuro dell’acquacoltura toscana, che oggi si è data appuntamento ad Orbetello, per il seminario dedicato all’inserimento delle nuove specie ittiche negli allevamenti toscani organizzato dall’Arsia (Agenzia regionale per lo sviluppo dell’innovazione nel settore agricolo–forestale), in cui sono stati presentati i risultati del progetto di ricerca dedicato allo sviluppo del settore. Si è trattato del secondo momento di discussione organizzato dall’Arsia, a testimonianza dell’importanza del polo produttivo di Orbetello."L’acquacoltura toscana di acqua salata, basata prevalentemente sull’allevamento di orate e spigole – commentano i tecnici Arsia – si trova infatti a confrontarsi in questo segmento con una concorrenza sempre maggiore nel bacino mediterraneo che ha comportato una saturazione del mercato, provocando un calo dei prezzi del pesce con conseguente minor profitto delle imprese" . E proprio con l’obiettivo di innovare questo settore, la Regione Toscana, attraverso l’Arsia ha promosso tramite un bando pubblico (di 637mila euro di cui il 75% finanziato da Arsia), un progetto di ricerca, che ha visto il coinvolgimento di 5 Università italiane e la partecipazione attiva di numerose aziende e delle associazioni dell’acquacoltura toscana. La "Regione – ha ricordato Claudio Del Re, dirigente regionale del settore produzioni agricole e zootecniche – sta investendo molto in questo settore: sono già stati investiti 3 milioni di euro per interventi strutturali, mentre c’è stata l’approvazione dell’UE di una legge regionale che garantirà un milione di euro all’anno per pesca e acquacoltura". Sotto la lente d’ingrandimento dei ricercatori, allora, la possibilità di inserimento negli allevamenti toscani di nuove specie ittiche, in particolare ombrine boccadoro, polpi, gamberetti e cozze. Com’è andata? Promosse all’esame ombrine e cozze, mentre ulteriori studi sono necessari per l’inserimento dei polpi (la ricerca ha dimostrato la difficoltà di sopravvivenza delle paralarve) e dei gamberetti di acqua dolce (difficoltà nella fase di ovulazione). Esame superato a pieni voti, invece, per l’ombrina boccadoro – specie ittica per la quale sono già attivi alcuni allevamenti in Toscana – che fornisce ottime carni magre, di facile conservabilità. La taglia ottimale è di circa un chilogrammo che l’ombrina raggiunge in circa dodici mesi, a differenza della spigola che impiega 24 mesi a raggiungere il kg di peso. Pezzatura che, inoltre, offre le migliori caratteristiche sia a livello organolettico che di commerciabilità. Ottimi risultati, infine, anche dagli studi per l’allevamento delle cozze che si è dimostrato particolarmente favorevole nell’area lagunare, con crescite superiori di quelle registrate in mare aperto. Ma il mare è risultato l’ambiente adatto a fornire il seme, dà una maggiore robustezza alla conchiglia e consente un periodo di conservazione più elevato (3/4 giorni) dopo la raccolta. Il prodotto ittico marchiato e garantito da elevati standard di produzione, come quello toscano, trova buoni spazi nel mercato garantendo anche un buon profitto agli allevatori. Oltre al percorso della farfallina bianca di Agriqualità, già avviato dall’Arsia, anche gli itticoltori toscani stanno perseguendo la strada della qualità certificata: "E’ in corso – sottolinea Massimo Guerrieri, presidente del Cesit (Centro di sviluppo ittico toscano) – la richiesta di certificazione per ottenere la dop per la bottarga e la igp per la spigola. Inoltre stiamo lavorando per la costituzione del Consorzio di promozione a tutela di queste due specie ittiche" . Un ulteriore studio promosso dall’Agenzia ha previsto poi l’individuazione di soluzioni per il contenimento dei danni provocati dai cormorani nella laguna di Orbetello, in particolare con la difesa dei soggetti immaturi e non ancora commercializzabili, con la realizzazione di aree di sverno protette da reti, l’incremento delle razze pregiate con semine di novellame, e l’immissione di pesce di poco pregio aldilà delle reti per ridurre l’accanimento dei cormorani sul pesce pregiato.
45 le aziende di acquacoltura di acqua dolce e salina o salmastra. Quelle di acqua dolce si trovano soprattutto nell’area nord-orientale della regione e allevano prevalentemente trote (fario e iridea). Le aziende che utilizzano acque marine e salmastre si trovano lungo la costa nelle province di Livorno e Grosseto, con 17 allevamenti. La laguna di Orbetello è l’area con la più alta produzione di spigole, orate e anguille. Sono circa 250 gli occupati di cui circa la metà nella laguna di Orbetello. Il comparto, infine, registra un fatturato annuo di 15/20 milioni di euro.
Rosanna Paliotta