Prezzo del latte vaccino pagato già 5 centesimi in meno al litro (da 0,41 a 0,36) agli allevatori del Mugello, per il periodo 1 aprile – 31 dicembre 2020. E’ questo la prima conseguenza del cambio di proprietà della Mukki e senza più un ‘peso’ ed attenzione del territorio – evidenzia la Cia Toscana Centro -, dopo il passaggio delle quote (che erano della Centrale del Latte di Torino) all’azienda emiliana Newlat di proprietà della famiglia Mastrolia (che ad oggi detiene il 47,3 per cente delle quote). Dopo la ricapitalizzazione di 30 milioni da parte dello stesso presidente Mastrolia, prevista nelle prossime settimane, che non vedrà la partecipazione di alcuni degli attuali soci toscani (Comune di Firenze, Regione Toscana, Camera di Commercio di Firenze, Confidi Toscana e Comune di Pistoia), il peso della Toscana sarà ulteriormente ridotto. Così, come si sta già vedendo, – con l’abbassamento del prezzo di acquisto del latte rispetto a quello del 2018 – c’è timore che le scelte future da parte della nuova società, siano orientate unicamente alla massimizzazione del profitto ponendo in secondo piano la tutela e la salvaguardia del tessuto produttivo locale.
Il latte toscano della Mukki proviene – almeno fino ad oggi – per il 50 per cento dal Mugello, ed il 50 per cento in prevalenza dalla Maremma e in parte dalla provincia di Siena. «Siamo molto preoccupati – sottolinea Filippo Legnaioli, vicepresidente Cia Toscana Centro – per la svolta che ha interessato la Mukki, la mancanza di rappresentanti che abbiano un reale collegamento con il territorio e un legame con la filiera produttiva all’interno del CdA è un aspetto che potrà avere forti ripercussioni sull’intero tessuto sociale ed economico del Mugello e del mondo allevatoriale toscano nel suo complesso. Per molti anni, seppur fra tante difficoltà legate anche alle dinamiche di mercato, la Centrale del latte ha riconosciuto una corretta remunerazione ai conferitori, permettendo agli allevatori di rimanere nel Mugello e di garantire una presenza importante in questo territorio. Ma il segnale concreto di un abbassamento del prezzo del latte, ovviamente deciso univocamente dalla nuova proprietà Newlat, può rappresentare la fine di una grande azienda agroalimentare toscana per come l’abbiamo sempre conosciuta, di un marchio storico e dell’abbandono di molte aree rurali. Chiediamo l’intervento immediato della politica per garantire perlomeno una corretta ed equa remunerazione ai conferitori, oltre ad una tutela dei consumatori finali».
Senza dimenticare – fa notare Cia Toscana Centro – che se negli anni la filiera zootecnica legata alla Mukki si è irrobustita, ed oggi il brand ha valore importante sul mercato nazionale del latte vaccino, è anche grazie ai contributi del Psr e all’impegno sul versante della qualità degli allevatori, basti pensare alle linee “Alta qualità, Mugello, Toscano, Biologico”. «Le difficoltà di fare allevamento in aree difficili come il Mugello – conclude Legnaioli – sono evidenti, per questo la qualità delle produzioni locali deve essere riconosciuta anche a livello economico nei confronti degli allevatori toscani».
LE PREOCCUPAZIONI DELLA REGIONE Vendita Mukki. Regione Toscana: decisiva per futuro nostra filiera del latte. Cia: punto di eccellenza