La vendemmia 2007 potrebbe essere ricordata come la più precoce degli ultimi trent’anni e con un quantitativo al di sotto di quello dello scorso anno, stimabile, attualmente, in un -5% circa, a livello nazionale, rispetto ai 50 milioni di ettolitri calcolati dall’Istat per il 2006.
E’ quanto emerge da una ricognizione sullo stato dei vigneti svolta da Ismea e dal settimanale “Il Corriere Vinicolo” dell’Unione Italiana Vini, nella prima decade di luglio. Le settimane prossime saranno fondamentali, comunque, per il risultato produttivo vista l’estrema sensibilità della vite alle variazioni meteorologiche e soprattutto perché si determineranno le rese dell’uva in vino. Inoltre, sono tutti da verificare gli eventuali danni del maltempo che ha investito il Nord a metà di luglio.
“I 3 o 4 gradi di innalzamento della temperatura, registrati nella seconda metà di marzo e nel mese di aprile – spiegano i responsabili di Unione Italiana Vini e Ismea – hanno fatto germogliare le viti mediamente 15 giorni prima rispetto a un’annata considerata normale. Tale situazione non solo si è mantenuta, ma si è intensificata con la successiva fase di fioritura che ha portato a 20 i giorni di anticipo, confermati sostanzialmente anche nell’allegagione. Quella descritta è la situazione generale del vigneto Italia, ma è bene ricordare che alcune zone, soprattutto del Sud, hanno avuto una stagione meno anomala sotto il profilo meteorologico, per cui l’anticipo è meno evidente rispetto a quello delle regioni settentrionali”.
L’allarme per la carenza di precipitazioni durante tutto l’inverno e gran parte della primavera è rientrato grazie alle piogge di giugno che hanno ristabilito le riserve idriche delle viti. Nel mese di giugno, inoltre, si è avuto anche un abbassamento delle temperature che ha un po’ rallentato lo sviluppo vegetativo, ripartito poi con il caldo di luglio. Se le cose continueranno così, secondo gli esperti, l’anticipo è calcolabile in 4 o 5 giorni rispetto alla vendemmia del 2003, che fino ad ora deteneva il primato di “precocità”, in virtù del caldo registrato in estate. A differenza di quella vendemmia, il 2007 presenta però meno problemi legati alla siccità. C’è da sottolineare, comunque, che negli ultimi decenni l’accorciamento del periodo vegetativo delle viti, con un conseguente anticipo della vendemmia, sta diventando una caratteristica strutturale legata all’innalzamento delle temperature medie.
Quella del 2007 sarà una campagna caratterizzata anche da forti attacchi di patogeni che, soprattutto in alcune zone, hanno causato danni alla produzione. E’ il caso della peronospora che ha colpito in particolar modo la Sicilia, ma anche dell’oidio che, nonostante i trattamenti praticati, si è manifestato in più areali. Da segnalare anche grandinate sporadiche che hanno provocato localmente qualche problema.
Buone, invece, le aspettative sulla qualità della prossima vendemmia, naturalmente dove le fitopatie sono state ben controllate, anche se è ancora prematuro azzardare ipotesi al riguardo.
Scendendo nel dettaglio regionale si osserva che, in generale, le previsioni si orientano su una sostanziale stabilità nel Centro-Nord e una leggera flessione al Sud, più accentuate in certe aree.
Dettaglio regionale
Partendo nell’analisi dal Nord della Penisola, si evidenzia, in Piemonte, una produzione che non dovrebbe discostarsi da quella del 2006. Inverno e primavera sono stati scarsi di precipitazioni e, soprattutto, caratterizzati da temperature spesso molto al di sopra della media. Soltanto le piogge del mese di giugno hanno, in parte, colmato le carenze idriche, che da più parti hanno destato forte preoccupazione. Nelle Langhe, ad esempio, la siccità invernale ha prodotto un germogliamento mediocre, facendo puntare le previsioni produttive verso il segno negativo. In generale, comunque, le condizioni meteo di giugno e inizio di luglio, con caldo di giorno, ma raramente afoso, e fresco di notte, hanno parzialmente ridotto il forte anticipo di maturazione che i mesi precedenti avevano fatto accumulare e che si poteva indicare in 20-25 giorni a seconda delle zone e delle esposizioni. Il germogliamento è stato precoce e veloce, così come la fioritura che ha trovato un periodo favorevole nella seconda settimana di maggio e, perciò, ha manifestato generalmente un’evoluzione regolare, mentre l’allegagione, soprattutto nel caso dei vitigni tardivi, ha coinciso con una situazione meteo più incostante, dando luogo spesso a grappoli un po’ più spargoli. In ogni caso, i grappoli sono in numero elevato per pianta e questo accentua la necessità di diradamenti estivi, che potrebbero essere anticipati rispetto alla media in relazione alla precoce evoluzione dei frutti. Due i casi di grandine da segnalare: nell’Albese, più in particolare nella zona del Barolo, e nell’Astigiano dove ad essere colpita è stata la zona del Moscato.
In Lombardia, dove le quantità sono segnalate in linea o leggermente inferiori a quelle dello scorso anno, l’andamento meteo caratterizzato da temperature miti e bel tempo ha provocato uno sviluppo vegetativo anticipato praticamente ovunque, mentre il mese di giugno, non eccessivamente caldo e nel quale non sono mancate le precipitazioni, ha coinciso con un rallentamento della vegetazione, più marcato in Oltrepo Pavese dove tutte le fasi fenologiche, dal germogliamento all’allegagione, sono considerate buone. Anticipo rilevante anche in Franciacorta dove già nei primi di luglio le uve Chardonnay sono prossime all’invaiatura.
Anche in Veneto lo stato delle uve si presenta ottimale, mentre sul piano quantitativo si stima una lieve flessione legata, però, solo alle uve precoci, che hanno presentato un germogliamento al di sotto della norma. Sul fronte idrico le piogge di inizio giugno hanno riequilibrato il deficit e non si rivelano attacchi fuori controllo di peronospora, mentre qualche limitato danno si registra a causa di attacchi di oidio. Le uve rosse presentano, in generale, grappoli allungati e spargoli, condizioni ideali per un’adeguata maturazione, e meno sensibili ad attacchi di muffa grigia.
Per il Trentino Alto Adige, invece, si stima una produzione simile a quella del 2006, con qualche lieve incremento circoscritto alla provincia di Bolzano, dove tutte le fasi dello sviluppo vegetativo sono considerate buone, con sporadici attacchi di malattie, peraltro subito arginati, dovuti alle piogge di giugno. Le grandinate che si sono abbattute sulla provincia hanno inciso poco sugli areali vocati alla viticoltura. La sanità delle uve fa ben sperare, pertanto, in un’annata buona anche dal punto di vista qualitativo. Stessa situazione in provincia di Trento, dove lo stato dei vigneti si presenta al meglio, dopo un’ottima fioritura a cui ha fatto seguito un’ottima allegagione. Anche sul fronte fitosanitario non si rilevano problemi significativi. Sono state poste in essere le operazioni di potatura verde ed è previsto un generale ricorso al diradamento dei grappoli ritenuti eccedenti e al taglio della parte apicale del grappolo (punte) per varietà con grappolo non compatto e sviluppato in lunghezza quali Merlot, Marzemino e Teroldego.
In Friuli Venezia Giulia, secondo le prime indicazioni, la produzione dovrebbe ricalcare quella dell’anno precedente salvo un significativo anticipo di tutte le fasi fenologiche dovuto a un inverno anomalo. La fioritura è avvenuta con 25-30 giorni di anticipo sul normale. Con le attuali condizioni meteo, inoltre, si prospetta un inizio di vendemmia addirittura nei primi giorni di agosto per le uve destinate ai vini base spumante. Le uve precoci, infatti, erano già in fase di invaiatura alla fine di giugno. I problemi legati alla siccità che potevano far diminuire le rese delle uve sembrano superati grazie alle abbondanti piogge degli ultimi tempi. Piogge che, però, stanno provocando apprensione tra gli operatori per i possibili attacchi di muffa grigia, nonostante i trattamenti effettuati.
Anticipo di due o tre settimane anche per i vigneti della Valle d’Aosta, la cui produzione si prevede in linea con quella precedente e di buona qualità, nonostante oidio e peronospora si siano presentati con attacchi superiori alla media.
In Liguria, se il tempo continua ad essere favorevole, si attende una buona produzione.
Passando all’Emilia Romagna, al momento, non si prevedono significativi scostamenti dalla produzione del 2006, risultato di un leggero aumento nella zona dei Lambruschi e delle riduzioni attese nelle zone collinari della Romagna. Sul fronte dello stato vegetativo si rileva un netto anticipo, anche per questa regione. L’andamento stagionale, che ha caratterizzato le prime fasi fenologiche della vite, ha favorito sia la prefioritura che la successiva allegagione nella maggioranza dei grappoli la cui carica è da ritenere di livello medio-alto nelle diverse aree viticole e nei vitigni di uve rosse e bianche. In merito allo stato fitosanitario del vigneto, i limitati focolai di peronospora non hanno provocato danni, mentre si riscontra un elevato attacco di oidio che, talvolta, non è stato possibile arginare al meglio, nonostante preventivi interventi.
La preoccupazione dei viticoltori, prima concentrata sulla siccità che avrebbe potuto compromettere le rese, si è spostata ora sull’elevato rischio di attacchi di muffa grigia in seguito alle persistenti piogge. La grandine, inoltre, ha colpito alcune zone delle province di Forlì, Bologna e Ravenna, con danni comunque limitati.
La Toscana, che presenta un anticipo che va dai 10 ai 20 giorni a seconda delle aree produttive, ha avuto un buono sviluppo vegetativo in tutte le fasi. Lo stress idrico è stato evitato dalle piogge di maggio e giugno e le uve, la cui quantità è paragonabile a quella dello scorso anno, sono previste qualitativamente buone. L’incidenza di patogeni è stata, infatti, molto bassa. E’ ancora presto per verificare l’effetto del caldo sulle uve precoci, mentre nessun problema si preannuncia per il Sangiovese.
La produzione si stima stabile anche nelle Marche, salvo problemi di siccità che ancora affliggono il vigneto regionale. La completa maturazione delle uve, in anticipo di 15 giorni, potrebbe essere compromessa dalla mancanza di piogge che, per tutto il mese di giugno e per la prima decade di luglio, sono state sempre annunciate, ma non sono mai arrivate, lasciando le viti sull’orlo dello stress idrico. Sul fronte fitosanitario l’unico vero problema è arrivato dall’oidio, i cui attacchi hanno avuto un’incidenza superiore alla media, mentre scarsa è stata la presenza di altri patogeni.
In Umbria lo stato dei vigneti è in condizioni ottimali, anche se nel Ternano l’allegagione non è sempre risultata all’altezza delle aspettative. L’inverno particolarmente mite e asciutto aveva fatto temere un’annata simile al 2003, evitata grazie alle piogge primaverili che, di contro, hanno creato le condizioni ideali per lo sviluppo di patogeni che, comunque, non hanno manifestato attacchi rilevanti.
Nel Lazio si attende, invece, una produzione inferiore a quella del 2006. A un inverno mite hanno fatto seguito temporali primaverili che hanno condizionato fioritura e allegagione, rendendo i grappoli più spargoli. Gli attacchi di crittogame risultano nella media.
In Abruzzo le diverse fasi fenologiche si sono susseguite prevalentemente in condizioni meteo buone, ad eccezione di circoscritte aree viticole. Ciò ha consentito di avere una buona carica di grappoli con un’elevata percentuale di allegagione limitando il fenomeno dell’acinellatura. Lo stato fitosanitario della vite e dei grappoli non presenta, per il momento, attacchi di crittogame e di insetti, soprattutto per quanto riguarda la peronospora i cui focolai, subito controllati e debellati, hanno interessato solo alcune zone. Si è rilevata, invece, la presenza di oidio alla fine di giugno, nei confronti del quale sono stati attivati interventi capillari di lotta integrata.
Le alte temperature e la diminuzione delle risorse idriche contenute nel terreno hanno influito sullo sviluppo ottimale degli acini, tuttavia le piogge dei primi di luglio potrebbero mitigare tale fenomeno.
In Puglia, dove si prevede una produzione che non dovrebbe superare i volumi del 2006, lo sviluppo vegetativo è stato piuttosto buono con un anticipo che si può calcolare intorno ai 10 giorni sia nelle zone settentrionali della regione, sia nel Salento. I diffusi attacchi di peronospora, più consistenti in alcune aree dove c’è presenza di vigneti scarsamente curati e quindi meno difesi, hanno comunque creato danni alle viti. Più controllati, invece, gli attacchi di oidio. Agli inizi dell’estate alcune zone sono state colpite da grandinate, che hanno provocato danni contenuti.
Dopo l’abbondante vendemmia dello scorso anno, per la Campania si stima un ritorno sui volumi medi degli ultimi cinque anni. Anche in questa regione l’anticipo appare piuttosto significativo, con uno sviluppo vegetativo buono o ottimo in tutte le sue fasi. In giugno e nella prima decade di luglio si sono verificati attacchi di oidio e peronospora, che in alcune zone sono risultati superiori alla media.
Nel Molise lo stato di salute del vigneto è nel complesso buono. Si sono verificati attacchi di peronospora sulle foglie e alcuni danni provocati da precipitazioni temporalesche con grandine. Si attende comunque una produzione in leggero recupero sulla media degli ultimi cinque anni. La peronospora ha colpito anche alcune zone della Basilicata, causando danni che fanno supporre una lieve riduzione della produzione. Poche, invece, le variazioni previste per la Calabria. L’andamento stagionale è stato anomalo, con alternanza di fresco e caldo umido che ha comunque permesso uno sviluppo vegetativo buono. Sul fronte fitosanitario c’è stato un ottimo controllo.
Il 2007 non è sicuramente una buona annata per la Sicilia. L’anticipo eclatante registrato in molte altre parti della Penisola qui non c’è stato e si limita mediamente a una settimana. Nella regione, dopo una buona fase di germogliamento, c’è stato un tempo piovoso, sicuramente anomalo, che in associazione a forte umidità ha favorito virulenti attacchi di peronospora tra la fioritura e l’allegagione, che non sempre è stato possibile contrastare tempestivamente. La provincia più colpita è stata quella di Trapani, mentre le varietà coinvolte sono state Nero d’Avola e Grillo. Più resistenti, in quanto in una fase più avanzata, si sono dimostrate le varietà internazionali, ad eccezione di qualche vigneto di Chardonnay. Negli ultimi tempi gli attacchi si sono manifestati anche in zone della Sicilia centrale e orientale focalizzandosi a livello delle foglie, ma non si può scartare l’ipotesi di eventuali attacchi anche sugli acini.
Di modestissima entità, invece, risulta la presenza di oidio, peraltro efficacemente contrastata con i trattamenti.
Sebbene al momento sia ancora prematuro quantificare l’entità del danno causato dagli attacchi di peronospora, si stima che la produzione dell’isola registrerà un calo consistente rispetto a quella dello scorso anno. Da considerare, inoltre, che la forte ondata di caldo di fine giugno potrebbe aver causato un ulteriore stress ai vigneti.
La situazione prevendemmiale in Sardegna lascia prevedere una buona annata, sia per quantità, stabile su base annua, che per qualità. Anche in questa regione l’anticipo, pur presente, è inferiore alla media nazionale. La disponibilità idrica dei suoli, a seguito delle abbondanti piogge dei mesi di aprile e maggio, ha favorito una rigogliosa crescita vegetativa sin dalle prime fasi fenologiche; ovunque si è registrata una cacciata eccezionale e una buona allegagione. Dal punto di vista sanitario, si segnalano problemi in alcuni areali dell’Oristanese e dell’Ogliastra, dove attacchi di peronospora (che hanno interessato quasi tutta l’isola ma con infezioni lievi, subito contrastate con trattamenti di copertura) stanno creando danni ad alcune vigne di Cannonau. Nel complesso, le piante sono in buona salute; ottima quella del Vermentino destinato alla Docg.