Ferragosto in agriturismo. Le strutture agrituristiche dell’Umbria tirano un sospiro di sollievo e registrano, quasi ovunque, il tutto esaurito per questa settimana di festa, confermando il trend positivo dell’intero mese. A sottolinearlo Cia Umbria secondo cui “gli agriturismi situati in zone collinari, in aperta campagna, lontano dal caos cittadino, sono stati premiati rispetto agli hotel affollati delle città d’arte e delle spiagge, in quanto meno esposti al rischio Covid. Ma non sono tutte rose e fiori”.
“La ripresa di agosto è stata ottima, con il tutto esaurito in moltissime strutture dell’Umbria – racconta Roberto Pierangeli, Agriturismo Poderaccio Alto, a Paciano – ma non possiamo dimenticare che siamo stati fermi tre mesi. A luglio la ripresa è stata molto lenta e, di fatto, abbiamo lavorato solo un mese e mezzo in estate, senza contare l’incognita di settembre per cui oggi si registrano pochissime prenotazioni, dal momento che – continua l’imprenditore – di solito è il mese scelto dai turisti stranieri, e questo non fa ben sperare. La cosa positiva è che, finalmente, gli italiani stanno riscoprendo le vacanze in Italia, speriamo diventi un’abitudine per i prossimi anni”.
“Solo una richiesta su 100 arriva dal mercato estero europeo (Olanda e Danimarca in primis). – dice Francesca Giannelli, proprietaria dell’Agriturismo Il Cerretino, a Umbertide nell’Alta Umbria – Nonostante il pieno di agosto, quest’anno ho dovuto fare una scelta dolorosa dopo 25 anni di attività chiudendo il ristorante dell’agriturismo. Le norme anti-Covid sono troppo stringenti e, valutando i costi per adeguarsi, sarebbe stata una perdita economica. Ma è stata anche una scelta presa anche per non perdere la credibilità dell’attività che portiamo avanti con successo ormai da molti anni: per adeguarmi alle regole avrei dovuto necessariamente rivolgermi alla Gdo e allora sarebbe venuto meno il senso dei prodotti artigianali che caratterizzano l’etica e l’essenza di un agriturismo. La soluzione – spiega Francesca – è stata la convenzione con i ristoranti di zona, per offrire comunque un servizio pasti e, al contempo, attivare una rete di mutuo-aiuto per gli imprenditori del settore ricettivo e della ristorazione, segnalando anche altri agriturismi dell’Umbria ai clienti, quando in quelle date noi eravamo al completo”.
Il Bonus Vacanze La maggior parte delle aziende agrituristiche dell’Umbria non accetta il bonus vacanze messo a disposizione dal Governo come forma di pagamento dai clienti che prenotano un soggiorno in struttura. Il motivo è da ricercare nella mancanza di liquidità delle aziende stesse, che venendo da un lungo periodo di stop, compresa la stagione primaverile di lockdown che ha segnato una perdita importante sul fatturato annuale degli agriturismi, non possono permettersi di anticipare i costi per incassare in un secondo momento il dovuto. Solo alcuni hanno deciso di accettarlo, come incentivo alle poche prenotazioni di settembre. In molti, però, hanno posto dei limiti sul numero di notti acquistabili attraverso il bonus.
I contributi annunciati dalla Regione “Aspettiamo di capire quando e come fare domanda per i contributi a fondo perduto, legati alla Misura 21 del Psr che la Regione Umbria sembra voler destinare agli agriturismi del territorio per risollevarci dall’annata tremenda che stiamo affrontando. – dice Pierangeli del Poderaccio Alto – Soldi necessari anche considerando le spese affrontate per adeguarci alle normative anti-Covid, dalla sanificazione dei locali all’acquisto di nuovi tavoli per poter attuare il distanziamento nelle locande, laddove sono rimaste aperte”.