Danni ingenti, ma limitati. È questo il primo bilancio tracciato da Christian Marchesini, presidente dei viticoltori di Confagricoltura Verona e Veneto e del Consorzio di tutela Valpolicella doc, sulla forte tempesta che ha colpito pesantemente il territorio veronese ieri pomeriggio.
“Grandine e vento hanno sferzato la fascia che va da San Pietro Incariano a Negarine e Pedemonte, più o meno la zona già colpita violentemente all’inizio di giugno – sottolinea -. Stavolta però il raggio si è allargato a Montorio, Ponte Florio e Poiano, nella Bassa Valpantena. Danni molto pesanti, ma limitati a circa il 4 per cento della superficie della denominazione. I pochi che sono stati colpiti, però, rilevano perdite molto importanti e non più recuperabili, visto che mancano pochi giorni alla vendemmia”.
Dagli associati di Confagricoltura sono arrivate segnalazioni anche dalle zone agricole attorno alla città. Si tratta di danni al patrimonio ambientale, soprattutto alberature e olivi e vigne sulle Torricelle, e alberi da frutto. “Quest’anno bombe d’acqua e grandinate sono state una costante – ragiona Paolo Ferrarese, presidente di Confagricoltura Verona -, e in giugno i viticoltori della Valpolicella hanno già pagato un pesante tributo al maltempo. Gli agricoltori devono purtroppo fare i conti con eventi imprevedibili, frequenti e di forte intensità e abituarsi considerare il proprio lavoro in maniera diversa. Non è compito nostro analizzare i motivi dei cambiamenti climatici di cui si parla sempre più frequentemente, ma sollecitare ad alta voce forme di tutela assicurative sempre più mirate e porre maggiore attenzione ai fondi mutualistici, che oggi sono ancora marginali, ma che diventeranno uno strumento importante a cui rivolgersi nel prossimo futuro, in quanto si tratta di forme integrative di ristoro da danni dovuti sia a malattie o insetti alieni, sia ad eventi meteo catastrofici”.
“Organizzeremo un momento di riflessione – aggiunge Piergiovanni Ferrarese, presidente dei Giovani di Confagricoltura -, perché questi eventi atmosferici sono sempre meno sporadici. Emerge soprattutto nelle periferie quanto sia importante la conservazione del territorio da parte di noi agricoltori: dove non c’è agricoltura sono maggiori le frane e gli smottamenti. Ma vogliamo promuovere anche momenti di studio e incontro con i più importanti player del mondo assicurativo per capire come meglio proteggere le nostre colture. Infine non è più rimandabile un momento di forte riflessione sui cambiamenti climatici”