A due anni dall’entrata in commercio dei prodotti a marchio Agriqualità, riconoscibili dalla farfallina bianca della Regione Toscana, pasta, pane, uova, farina e olio, sono pronti a fare il loro ingresso sui mercati altre produzioni completamente toscane. Da quelli ortofrutticoli (prodotti freschi, pomodoro, zucchine, cipolla, porro e cardo) al riso, pasta secca all’uovo, orzo tostato, farro, passando per cereali soffiati e farina di mais (per la polenta). Il marchio Agriqualità è stato al centro del workshop di quest’oggi a Firenze, organizzato da Regione Toscana ed Arsia, che ha messo in luce potenzialità e prospettive della “farfallina bianca” nelle filiere cerealicola, ortofrutticola, zootecnica e dell’olio extravergine d’oliva. L’incontro, rivolto al mondo produttivo e professionale agricolo e agroalimentare toscano, ha rappresentato un’occasione per ampliare il tema delle politiche di qualità degli alimenti e quindi arricchire la gamma delle opportunità offerte per la valorizzazione dei propri prodotti e servizi. E proprio la Toscana è la prima regione in Europa a garantire la qualità dei prodotti da agricoltura integrata con il marchio della farfalla bianca di Agriqualità. Tra gli elementi di discussione e di riflessione emersi, la necessità di una strategia di intervento che coinvolga distributori, produttori e enti pubblici sul piano della comunicazione, in particolare per sensibilizzare i consumatori; l’integrazione dei sistemi produttivi all’interno delle aziende; l’esigenza di una sinergia tra il sistema di certificazione del processo produttivo e la valorizzazione dei prodotti toscani. Tra le proposte avanzate, la creazione di una federazione dei concessionari del marchio Agriqualità che consentirebbe di semplificare i rapporti tra tutti gli attori della filiera. Ai lavori hanno partecipato produttori agricoli, trasformatori, commercianti, associazioni, organizzazioni agricole e organismi di controllo autorizzati dalla Regione Toscana nel sistema Agriqualità per verificare le potenzialità produttive, i problemi operativi e di collegamento fra i vari attori delle filiere, e tutti gli aspetti legati alla trasformazione e alla commercializzazione dei prodotti a marchio Agriqualità. Interesse per il marchio Agriqualità, poi, è stata dimostrata dalla grande distribuzione, in particolare per il settore dell’ortofrutta. Dopo l’assegnazione di progetti pilota (fine 2004) per la costituzione della filiera ortofrutticola di Agriqualità (con finanziamenti della Regione Toscana) verranno prossimamente banditi dei progetti pilota per la zootecnia con l’obiettivo di incentivare le produzioni di carni fresche bovine e ovine, la filiera del latte fresco, e la filiera del pecorino.
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