L’innovazione in agricoltura si mette in rete per dare più forza alla multifunzionalità ed allo sviluppo rurale. Nasce in Toscana la “rete dei poli” (insediamento a Firenze presso la sede Arsia), ovvero un sistema – è il primo esempio realizzato in Italia – che mette in collegamento i centri regionali che fanno collaudo e trasferimento dell’innovazione nel settore agricolo. La novità arriva dall’Arsia, l’Agenzia regionale per lo sviluppo e l’innovazione nel settore agricolo e forestale, che sviluppa quotidianamente azioni di promozione e di sostegno per la diffusione dell’innovazione. Le tematiche relative alla promozione della ricerca ed al trasferimento dell’innovazione rappresentano un elemento fondamentale dell’attività dell’Agenzia che dispone, infatti, di due centri di collaudo, a Cesa (Ar) e Grosseto, dedicati alle “prove in campo”. "C’è sempre una maggiore esigenza – sottolinea l’amministratore Arsia, Maria Grazia Mammuccini (nella foto)- di mettere in rete i centri aziendali delle diverse realtà regionali che operano nel campo del collaudo e del trasferimento dell’innovazione. La nuova Pac, che mira al rafforzamento dell’agricoltura multifunzionale e dello sviluppo rurale, ha evidenziato problematiche fino ad oggi impreviste per le aziende, sia rispetto alla ecocondizionalità, sia per la ricerca di produzioni innovative e compatibili con l’ambiente. E’ quanto mai necessario fornire risposte concrete e supporto per le scelte produttive delle aziende. Si presenta sempre più strategico, quindi, il ruolo della ricerca e dell’innovazione. L’insediamento della “rete dei poli” rappresenta così il primo esempio di una rete finalizzata a lavorare in modo congiunto per la sperimentazione, il collaudo e il trasferimento dell’innovazione". Attualmente è possibile individuare alcuni poli di riferimento sia della Regione Toscana che del mondo scientifico che operano sul territorio regionale e che possono avere una funzione non solo per il collaudo dell’innovazione ma anche per la dimostrazione e per organizzare momenti di incontro come seminari e incontri tecnici di aggiornamento. Per quanto concerne l’organizzazione e le procedure di lavoro la proposta è quella di costituire un gruppo di lavoro il cui coordinamento è svolto dall’Amministratore dell’Arsia o dal responsabile del settore “Promozione dell’innovazione e sistemi della conoscenza”, di cui faranno parte il Centro di collaudo e trasferimento dell’innovazione di Cesa (Ar) dell’Arsia; il Centro di collaudo e trasferimento dell’innovazione di Grosseto dell’Arsia; l’Azienda agricola Montepaldi dell’Università di Firenze, a San Casciano Val di Pesa (Fi); il Centro interdipartimentale di ricerche agro-ambientali “E. Avanzi” dell’Università di Pisa; i terreni agricoli presso la Certosa di Pontignano dell’Università di Siena e l’Azienda regionale agricola di Alberese (Gr); e l’azienda di Santa Paolina (Follonica) del CNR Ivalsa. Il Comitato tecnico scientifico dell’Arsia rileva però che oggi in Toscana ci sono aziende sperimentali che operano in vari settori, ognuna secondo i propri programmi e senza dialogo reciproco: mettere insieme tutti questi soggetti – le Aziende dell’Università di Siena, Firenze, Pisa e del CNR, i centri di collaudo dell’Arsia, l’Azienda Agricola Regionale di Alberese – secondo un programma concordato punta a dare delle risposte ad una situazione delicata che presenta risorse non ingenti. Anche se i poli che fanno parte della rete sono entità autonome, e quindi solo una parte dell’attività che svolgono si integrerà e farà capo alla rete, ognuno di essi seguirà un piano di lavoro concordato nell’ambito del gruppo di lavoro che rispetterà le peculiarità dell’orientamento produttivo in essere nelle varie aziende facendo bene attenzione a non sovrapporre le attività se non per giustificato motivo. Ad esempio, per quanto riguarda l’Arsia, il centro di Cesa si occupa delle tecniche di agricoltura integrata e tecniche irrigue volte al risparmio idrico ed il centro di Grosseto delle tecniche di agricoltura biologica.
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