Bus e mezzi pubblici di Siena vanno col girasole

L’acronimo la dice lunga. S.I.En.A. sta infatti per Sviluppo Integrato delle Energie rinnovabili provenienti dal settore Agricolo, ed è anche il nome della città, Siena appunto, in cui è stato realizzato e applicato concretamente il progetto pilota, promosso dalla Regione Toscana e finanziato da Fondazione Monte dei Paschi di Siena, dalla stessa Regione Toscana e dai soggetti attuatori, è coordinato da Arsia e da Cispel Confservizi Toscana. Da oggi, infatti, la città del Palio, potrà contare su un totale di 9 mezzi del servizio pubblico alimentati a biodiesel: quattro autobus del servizio urbano e uno del servizio extraurbano del Train e quattro mezzi per la raccolta e la compattazione dei rifiuti di SienAmbiente, saranno alimentati a biodiesel al 25% (75% di gasolio), poco al di sotto della massima percentuale consentita dalle normative nazionali (30%). "Siamo ai primi, pionieristici e per questo importantissimi progetti – ha detto l’assessore regionale all’energia, Anna Rita Bramerini – finalizzati alla sperimentazione di sistemi alternativi di alimentazione dei mezzi a motore, che ci auguriamo possano diventare competitivi e contribuire in maniera significativa a ridurre la nostra dipendenza dal petrolio. Per questo l’esperienza senese rappresenta una sperimentazione che abbiamo voluto e a cui guardiamo con interesse e attenzione". "Il progetto S.I.En.A – ha sottolineato Maria Grazia Mammuccini, amministratore Arsia – ha il pregio di aver creato una filiera locale, articolata e ricca di partner, dai produttori agricoli, alle strutture di prima trasformazione, alle imprese industriali di produzione di biodiesel, ai centri di ricerca che rappresentano punti di eccellenza nella nostra regione, fino alle aziende utilizzatrici; la filiera locale, inoltre, rappresenta la condizione in grado di garantire la sostenibilità ambientale del progetto. Una collaborazione strategica non solo per il successo del progetto pilota, ma anche per la sua trasferibilità e applicazione in altre realtà territoriali". "Ridurre la dipendenza dell’Italia dai Paesi produttori di petrolio – ha detto Alfredo De Girolamo, presidente di Cispel Confservizi Toscana – stimolando la redditività delle imprese agricole sono solo due dei molteplici vantaggi che derivano dall’utilizzo dei biocarburanti. Il progetto che presentiamo oggi è un primo piccolo ma importante passo per la promozione di un carburante biologico, il cui utilizzo è imposto anche dalle norme europee. Le aziende di servizio pubblico locale toscane possono rappresentare un tratto di quella filiera virtuosa che potrà fornire un contributo importante al nostro ambiente, grazie al risparmio nell’uso dei combustibili fossili".

Il progetto – L’obiettivo del progetto S.I.En.A. è quello di verificare il contributo alla riduzione dei consumi di combustibile fossile e delle relative emissioni di CO2 attraverso lo sviluppo di filiere corte agro energetiche, confrontando gli impatti ambientali legati alla produzione e utilizzo di gasolio con quelli legati alla produzione e impiego di biodiesel. L’iniziativa ha anche lo scopo di valutare la replicabilità dell’esperienza in altri contesti rispetto a quello di sperimentazione. Tra gli obiettivi del progetto anche quello di studiare, mettere a punto e collaudare alcuni aspetti della tecnica di produzione della materia prima, per determinare una sensibile riduzione dell’impiego di mezzi tecnici e di energia immessa nel processo di produzione, la cui riduzione permetterebbe una maggiore sostenibilità ambientale ed economica della prima fase della filiera e riducendo i costi di produzione. Risultati del progetto nella fase di produzione: Il progetto S.I.En.A. ha coinvolto 5 aziende agricole (a Castelnuovo Berardenga, Abbadia di Montepulciano, Sovicille, Monteroni d’Arbia e Chiusdino) con una superficie dedicata alla coltivazione di girasole di 150 ettari complessivi (circa 270 tonnellate di semi di girasole). In tutto sono state ottenute circa 120 tonnellate di biodiesel. Per ciascun kg di biodiesel ottenuto sono stati utilizzati circa 0.47 kg di petrolio equivalente (fertilizzanti, combustibili per il trasporto, energia negli impianti di trasformazione etc.). Questo significa che la sostituzione di 1 kg di gasolio con 1 kg di biodiesel prodotto nella provincia di Siena consente di ridurre di circa il 50% il consumo di risorse fossili e, di conseguenza, di abbattere di circa il 50% le emissioni di CO2 nell’intera filiera di  produzione ed utilizzo del Biodiesel. Due, poi, i risultati finali del progetto: la definizione e formalizzazione di accordi di filiera tali da garantire che il prezzo di acquisto del biodiesel possa ripagare adeguatamente tutte le componenti della filiera: dalla produzione del girasole, allo stoccaggio, alla trasformazione, all’impiego finale. Partner diversi, dunque, dai produttori agricoli, singoli o associati, alle strutture di prima trasformazione, alle imprese industriali di produzione di biodiesel, ai centri di ricerca che rappresentano punti di eccellenza nella nostra regione, alle aziende che utilizzano i biocarburanti. Inoltre il progetto intende raccogliere e analizzare i dati tecnici e scientifici che derivano dalla ricerca e sperimentazione sulle caratteristiche del prodotto e sull’impatto del suo impiego nel contesto economico e ambientale. La superficie di 150 ettari, utilizzata, assicura una produzione di girasole superiore a quella richiesta dal progetto, ma è necessaria per la produzione del quantitativo minimo di olio grezzo indispensabile a garantire, nel processo industriale di esterificazione, la corrispondenza tra olio vegetale in entrata e biodiesel in uscita. Dopo lo stoccaggio, estrazione dell’olio esterificazione e miscelazione con gasolio, la produzione del biodiesel è conclusa: nell’ambito del progetto, dunque, sono stati realizzati serbatoi e pompe con una capacità complessiva di 18.000 litri, per lo stoccaggio e l’erogazione del carburante localizzati, in località Due Ponti a Siena e a Pian delle Cortine, di facile accesso per le due società – Train e SienAmbiente – che utilizzano il biodiesel.

Analisi economica – Il progetto prevede anche l’analisi degli effetti economici e sociali derivanti dall’impiego del biodiesel attraverso la costruzione di un modello di analisi costi-benefici in grado di fornire un bilancio di sostenibilità che consente di valutare in maniera complessiva gli effetti della sperimentazione della filiera pilota, permettendo anche di considerare la possibilità di introdurre questa tipologia di filiera a scala più ampia. Una valutazione che prende in considerazione anche indici in grado di valutare gli effetti ambientali e di efficienza energetica del sistema.

Analisi ambientale e tecnica – L’impatto ambientale della filiera pilota di produzione del biodiesel viene valutato attraverso l’applicazione di varie metodologie di analisi (Life Cycle Assessment, Material Flow Accounting, analisi energetica), oltre alla valutazione dei benefici sull’ambiente e sulla popolazione in termini di emissioni climalteranti (metodologia CorinAir). Saranno poi monitorate le principali emissioni dei mezzi (CO, CO2, NO/NOX, opacità, UHC, SO2, O2) oltre che i consumi e, per quanto riguarda la parte tecnico-motoristica, gli aspetti critici relativi ai materiali, alla funzionalità dei motori e ai consumi sulle lunghe percorrenze.

I costi del progetto – Le attività relative alla filiera pilota, avviate nel 2006 si concluderanno nel novembre 2008. Il costo complessivo del progetto sarà di 376mila euro di cui il 66,5% cofinanziato dalla Fondazione Monte dei Paschi di Siena (250mila euro), il 9,3% dalla Regione Toscana (35mila euro) e il restante 24,2% (91mila euro) cofinanziato in forma diretta o indiretta dai vari soggetti attuatori.
 
La struttura del progetto – Finanziatori – Fondazione Monte dei Paschi di Siena (250mila euro); Regione Toscana (35mila euro), Soggetti attuatori (91mila euro) – Attività agricola e produzione dei semi di girasole: 5 aziende in provincia di Siena; Toscana Cereali, Cia Toscana, Coldiretti Toscana, Confagricoltura: individuazione delle aziende e delle superfici da destinare alla coltura del girasole;
Stoccaggio: Consorzio Agrario di Siena: ritiro dei semi di girasole, stoccaggio e consegna al primo trasformatore; Trasformazione: Estrazione: Italcol SpA, di Castelfiorentino. Il processo prevede, in sintesi, la macinazione dei semi, estrazione chimica tramite solvente, desolventizzazione e asciugatura dell’olio, stoccaggio olio e farine proteiche; Esterificazione (che ha lo scopo di ridurre densità e viscosità del biocombustibile) e miscelazione con gasolio: Fox Petroli SpA; Utilizzo: Train servizi per la mobilità; SienaAmbiente SpA; Ricerca: Università di Pisa (CRIBE, Centro di ricerca interuniversitario sulle biomasse da energia); Università di Siena (Dipartimento di chimica); Università di Firenze (CREAR, Centro interdipartimentale di ricerca per le energie alternative e rinnovabili). Coordinamento: fase progettuale: ARSIA, Agenzia Regionale per lo sviluppo e l’innovazione nel settore agricolo e forestale, fase realizzativa: Cispel Confservizi Toscana; Divulgazione e comunicazione: Provincia di Siena tramite APEA, Agenzia provinciale per l’energia e l’ambiente; Legambiente Toscana: attività divulgative e informative, convegni, incontri tecnici con gli operatori, materiale divulgativo, pagine web.

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