Garantire il mantenimento delle risorse finanziarie destinate agli agricoltori senza turbare i bilanci degli agricoltori; prevedere un finanziamento aggiuntivo per la gestione delle crisi di mercato; utilizzare maggiore coerenza con le azioni dello sviluppo rurale; una riforma graduale degli aiuti diretti ai prodotti trasformati (pomodoro da industria). Sono queste, secondo il parere della Cia Toscana, le priorità da prevedere sulla base della proposta di riforma dell’Ocm (Organizzazione comune di mercato) per il settore dell’orto-frutta.
"Riguardo in particolare agli aiuti alla produzione di pomodoro da industria – dichiara Giordano Pascucci, Presidente Cia Toscana – condividiamo l’ipotesi di un cosiddetto “atterraggio morbido” caratterizzato da un disaccoppiamento parziale degli aiuti per un periodo transitorio significativo, come indicato dal progetto di risoluzione del Parlamento europeo, che permetta un graduale adattamento del sistema produttivo e delle imprese alle nuove regole introdotte dalla riforma, questo anche per tutelare sia la rilevanza economica del comparto che l’ingente manodopera occupata nella filiera della trasformazione". Una tesi ribadita da Giancarlo Innocenti, presidente della Cia di Grosseto, area maggiormente interessata dalla produzione del pomodoro per quanto riguarda la Toscana, che aggiunge di considerare giusta anche l’ipotesi circa le modalità specifiche di assegnazione della parte accoppiata degli aiuti, ovvero, correlate alla superficie realmente investita dai produttori, piuttosto che alla consegna delle quantità all’industria.
"Inoltre sarà importante – aggiunge Pascucci – riuscire a definire le risorse, senza riduzioni, per le azioni di concentrazione e valorizzazione della produzione da parte delle O.P. (organizzazioni di prodotto)". "Sarà anche necessario – sottolinea Innocenti – introdurre forme concrete di tutela per le produzioni italiane attraverso l’obbligo della indicazione di origine dei prodotti ortofrutticoli commercializzati".
La Cia Toscana è impegnata da tempo a favorire il coinvolgimento dei produttori nel dibattito in corso sulla riforma, con assemblee in tutte le aree di produzione, per creare il massimo di conoscenza e di consapevolezza per mettere nelle migliori condizioni gli agricoltori a fare le scelte imprenditoriali più vantaggiose.
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