La vicenda è arci-nota. Con un atto senza precedenti AGEA-Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura, nel mese di gennaio 2020 – quindi circa un anno or sono -, ha deciso di escludere tutti i liberi professionisti dalla possibilità di operare nei CAA, inserendo nella Convenzione che regola la fattispecie una clausola che riserva ai soli lavoratori dipendenti la possibilità di accedere al SIAN-Sistema Informativo Agricolo Nazionale e così presentare le domande di aiuto.
Per l’effetto almeno 2.500, forse 3.000 liberi professionisti avrebbero dovuto chiudere i loro studi e cessare l’attività, peraltro in un momento di gravissima crisi economica.
Contro una simile decisione, che appare illegittima sotto molti profili, ha per primo reagito il Collegio Nazionale degli Agrotecnici e degli Agrotecnici laureati, a cui poi si sono aggiunti quelli degli Agronomi e Forestali e dei Periti agrari, ciascuno con toni e modi diversi, ma tutti uniti nel respingere questa bizzarra pretesa.
A maggio del 2020 i tre Albi professionali hanno anche sottoscritto un documento congiunto, inviato ad AGEA ed alle forze politiche le quali, sia quelle di maggioranza che di opposizione, presentavano interrogazioni parlamentari anch’esse contestando la scelta di AGEA.
Ma non c’è stato nulla da fare. Le proteste degli Agrotecnici, degli altri Albi del settore e delle stesse forze politiche riuscivano solo a rallentare l’approvazione della delibera di AGEA la quale, con una intransigenza degna di miglior causa, nel mese di novembre 2020 approvava definitivamente la decisione di espellere dal settore dei CAA tutti i tecnici liberi professionisti, adducendo motivazioni sempre diverse od inverosimili.
Così dopo avere cercato in tutti i modi un dialogo con il Direttore di AGEA Gabriele PAPA PAGLIARDINI, e con la Ministra dell’Agricoltura, Sen. Teresa BELLANOVA (quest’ultima silente come una statua di pietra), al Collegio Nazionale degli Agrotecnici e degli Agrotecnici laureati altro non restava che impugnare al TAR gli atti di AGEA, chiedendone l’annullamento, cosa che avveniva il 5 gennaio scorso.
“Siamo in presenza di un attacco senza precedenti al diritto al lavoro dei liberi professionisti, tutelato costituzionalmente -questo il commento di Roberto Orlandi, Presidente Nazionale degli Agrotecnici-, portato avanti dal Direttore di una Agenzia governativa, con la copertura politica evidentissima della Ministra Teresa Bellanova, che su AGEA dovrebbe vigilare e che si è dimostrata totalmente indifferente al destino di disperazione in cui precipita migliaia di liberi professionisti, molti dei quali giovani, che si troveranno così ingiustamente privati della possibilità di svolgere l’attività per la quale hanno studiato e che svolgevano con successo. Contro questo scempio noi ci batteremo con tutte le nostre forze.
Il ricorso che abbiamo presentato non è l’unico strumento che porremo in essere per difendere la dignità ed il lavoro dei professionisti, altri stanno per essere attivati, in particolare in relazione a situazioni di conflitto di interesse che risultano in atti e che richiedono l’intervento di ben diverso giudice”.
Gli Agrotecnici hanno anche chiesto al TAR di adottare subito un provvedimento cautelare, che sospenda la decisione di AGEA in attesa della sentenza di merito, ma al momento i giudici amministrativi non hanno ancora fissato la data dell’udienza.
Se il Collegio Nazionale degli Agrotecnici e degli Agrotecnici laureati è sceso in campo in modo così deciso ci si aspetta che facciano altrettanto i Consigli Nazionale dei Dottori Agronomi e dei Periti agrari, i cui iscritti liberi professionisti sono identicamente, e forse maggiormente, colpiti e lesi dalla decisione di AGEA. Del resto solo l’azione combinata delle tre categorie professionali può avere una qualche possibilità di successo contro un sopruso che sembra essere stato preparato a tavolino e realizzato accuratamente.
Risultano invece già presentati alcuni ricorsi promossi da singoli CAA composti da liberi professionisti.
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