PADOVA – Più di una decina di allagamenti hanno interessato, negli ultimi 15 anni, il territorio del Consorzio di bonifica Adige Euganeo, con danni e criticità che hanno riguardato Comuni importanti come Montagnana, Megliadino San Fidenzio, Merlara, Cadale di Scodosia, Lozzo Atestino, Agugliaro, Pontelongo e Vighizzolo d’Este.
Le cause sono state spesso gli alti livelli idrometrici raggiunti dal fiume Fratta Gorzone, ricettore principale delle acque di bonifica, che da 80 anni non è sottoposto a una manutenzione e a una pulizia efficace.
Il Consorzio di bonifica, su sollecitazione di Confagricoltura Padova, vorrebbe risolvere una volta per tutte questo annoso problema. Perciò propone una sperimentazione su un impianto pilota, con professionisti esperti sugli inquinanti e sulle tecniche di fitorisanamento. Nello specifico l’intervento consisterebbe nell’effettuare l’escavo di una porzione limitata dei sedimenti depositati sull’alveo del fiume Fratta, realizzando sui fanghi raccolti un risanamento grazie alle moderne tecniche che utilizzano piante in grado di assorbire i contaminanti del suolo, trasferendoli alle parti aeree come fusto e foglie. In questo modo i sedimenti potrebbero essere esportati dall’alveo e destinati successivamente a un riuso nelle pertinenze idrauliche.
“L’alveo del fiume Fratta è fortemente interrato da sedimenti che si sono depositati nei decenni, potenzialmente inquinati da metalli pesanti e molteplici sostanze chimiche – spiega Michele Zanato, presidente del Consorzio di bonifica -. Dagli anni Settanta il fiume è stato, infatti, ricettore dei reflui di vaste aree urbane e industriali del Vicentino e del Veronese. La causa principale degli allagamenti dipende dalla scarsa funzionalità ed efficienza di scolo del fiume, che risulta avere una capacità di portata talmente ridotta da non sostenere nemmeno i volumi d’acqua scaricati dalle idrovore poste a monte. A questo si accompagna la fragilità degli argini, che costituiscono per il territorio circostante un pericolo di collassamento. I rischi idraulici ci costringono a operazioni continue di pompaggio che aumentano anche i costi di gestione del consorzio. Con questo progetto, che deve essere approvato dalla Regione Veneto, vorremmo eseguire un trattamento pilota ai confini tra i Comuni di Piacenza d’Adige e Merlara, dove, grazie alle golene munite di rampe d’accesso, risulta agevole la movimentazione delle macchine del consorzio. Arpav eseguirebbe campionamenti periodici su fanghi e vegetazione, mentre la parte relativa alla parte tecnico-scientifica farebbe capo al dipartimento Dafnae dell’Università di Padova. Il costo complessivo ammonta a 140.000 euro, che verrebbero finanziati in parte dalla Regione Veneto”.
“I nubifragi degli ultimi anni hanno fatto riemergere il problema annoso degli allagamenti lungo l’asta del Fratta Gorzone – sottolinea Michele Barbetta, presidente di Confagricoltura Padova, i cui terreni a Sant’Urbano erano finiti sott’acqua nel 2019 -. Il progetto della diversione idraulica promosso dalla Regione Veneto, grazie al quale le acque verrebbero immesse nell’Adige, potrebbe essere una soluzione, ma non basta. Sono 80 anni che sul Fratta Gorzone non viene fatta una manutenzione efficace e approfondita. Gli argini sono ridotti in maniera spaventosa, gli alberi non vengono tagliati e ostruiscono il passaggio dell’acqua. Perciò ho proposto questo intervento, che è stato già sottoposto all’assessore regionale Federico Caner e inviato al Genio Civile. Aspettiamo il via libera per intervenire con decisione e tempestività. Il Basso Padovano è un territorio estremamente fragile ma importantissimo per l’economia provinciale, di cui gli enti e le istituzioni devono prendersi cura. Soprattutto con gli eventi meteo imprevedibili e disastrosi causati negli ultimi anni dai cambiamenti climatici”.
Il comprensorio del Consorzio di bonifica Adige Euganeo si estende su un’area di circa 119.000 ettari, interessando il territorio delle province di Padova, Verona, Venezia e Vicenza e comprendente 68 Comuni. Numerosi i fiumi demaniali che lo attraversano. Oltre al Fratta Gorzone, ci sono il Canale Vigenzone-Cagnola, il Canale Bagnarolo e il fiume Bacchiglione. Oltre il 60 per cento delle acque scolanti vengono recapitate nel Fratta Gorzone.