ROMA – Non è il caso di usare toni apocalittici (nel 2018 la situazione era assai peggiore), ma se si considera che al Sud la stagione irrigua è già iniziata e che gli invasi dell’isola trattengono meno acqua del siccitoso 2020, si può affermare che l’estate agricola della Sicilia si preannuncia molto difficile.
Attualmente le disponibilità idriche ammontano a circa 375 milioni di metri cubi, ma erano quasi 540 solo 12 mesi fa ed oltre 612 a Febbraio 2019 (fonte: Dipartimento Regionale Autorità Bacino Distretto Idrografico Sicilia): a renderlo noto è l’Osservatorio ANBI sulle Risorse Idriche.
Il report settimanale segnala anche le indicazioni preoccupanti che arrivano, al pari dello scorso anno, dall’Emilia Romagna, i cui fiumi sono tutti abbondantemente sotto media, avvicinandosi ai minimi storici; esemplare è la situazione dell’Enza: l’attuale portata è pari a 3,9 metri cubi al secondo; il minimo storico è mc/sec 1,3; la portata media del periodo è mc/sec 15,5 e quella 2020 era mc/sec 21,7!).
L’Autorità di Bacino Distrettuale del Po comunica che il lento esaurimento delle portate, in atto da due settimane per l’assenza di precipitazioni, ha portato, per la prima volta in stagione, anche il Grande Fiume sotto le medie di periodo (a Pontelagoscuro: -18%); è diminuito inoltre (-6%) il quantitativo di innevamento su tutto l’arco alpino, così come sull’Appennino, pur rimanendo abbondantemente sopra le medie di periodo (+45%). Registrano, invece, il record del recente quinquennio, i quantitativi idrici trattenuti negli invasi piacentini di Molato e Mignano: complessivamente oltre 15 milioni di metri cubi, ben oltre il 90% della capacità.
“E’ un dato confortante, che testimonia il ruolo assunto dagli invasi in tempo di instabilità climatica – commenta Francesco Vincenzi, Presidente dell’Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI) – Per questo, il nostro Piano per l’Efficientamento della Rete Idraulica del Paese prevede, accanto al completamento ed alla manutenzione di quelli esistenti, la realizzazione di 23 nuovi serbatoi, di cui 13 al Nord; sono progetti definitivi ed esecutivi, in grado di rispettare il cronoprogramma previsto dal Recovery Plan e perciò ne chiediamo l’inserimento nel Piano Nazionale di Rilancio e Resilienza.”
Sono scesi sotto la media stagionale anche i principali fiumi toscani (Arno, Sieve, Ombrone, Serchio), ma calano pure i laziali Tevere e Liri-Garigliano (i laghi restano costanti, secondo dati Open Ambiente – Regione Lazio), così come Potenza ed Esino nelle Marche.
Analogamente succede in Campania dove, dopo due settimane senza precipitazioni, i principali fiumi registrano livelli idrometrici in discesa, seppur superiori alla media del quadriennio 2017-2020; in lieve ripresa i volumi del lago di Conza della Campania, mentre sono in calo gli invasi del Cilento.
In leggera discesa sono i bacini della Basilicata (+ 163,53 milioni di metri cubi rispetto al 2020), mentre quelli pugliesi sono cresciuti di ulteriori 5 milioni di metri cubi, raggiungendo quota +Mmc. 125,11 sull’anno scorso.
In Calabria si registra l’ottima performance del bacino Sant’Anna, cresciuto di un ulteriore milione di metri cubi, raggiungendo quota Mmc. 8.73 (nel Febbraio 2020: Mmc. 5,80); bene anche la Sardegna, i cui invasi trattengono il 93,76% della capacità complessiva.
Risalendo la Penisola, l’invaso di Penne, in Abruzzo, contiene 4,49 milioni di metri cubi d’acqua vale a dire una quantità mai raggiunta dal 2016.
Al Nord resta positiva la situazione dei fiumi veneti e dell’Adda in Lombardia, così come della Dora Baltea in Valle d’Aosta (mc/sec 37,2 contro una media mensile pari a mc/sec 5, secondo i dati del locale Centro Regionale Funzionale).
Permane buona, infine, la condizione dei fiumi piemontesi e dei grandi laghi settentrionali con Maggiore e Garda in linea col 2020, mentre Iseo (53,6%) e Lario (34,7%) più che raddoppiano la percentuale di riempimento registrata ad inizio Marzo 2020.
“Di fronte ad uno scenario così frastagliato e localizzato – conclude Massimo Gargano, Direttore Generale di ANBI – è quantomai importante avere infrastrutture idrauliche efficienti, capaci di mitigare le conseguenze della crisi climatica. In vista delle scadenze previste dai finanziamenti Next Generation EU abbiamo presentato 729 progetti cantierabili nel Paese, indirizzati alla manutenzione straordinaria ed all’ampliamento della rete idraulica; l’avvio delle realizzazioni garantirebbe quasi 12.000 posti di lavoro con un investimento di circa 2 miliardi e 365 milioni di euro.”