UDINE – «I numeri delle giacenze del vino, a fine marzo, comunicati dagli organi competenti sono preoccupanti. Quello che i numeri non dicono, purtroppo, è quanto di questo vino sia già imbottigliato e fermo».
SOS CREDITO – A sottolinearlo è Michele Pace Perusini, presidente della Sezione economica viticola di Confagricoltura Fvg.
«Tra l’altro – aggiunge -, ad esempio, nel primo trimestre del 2021 (rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente) l’imbottigliamento del Prosecco Doc è cresciuto del 7,4%; quello del Pinot grigio Delle Venezie, dell’11,2%.
Ciò non significa, però, che si vende più vino, ma semplicemente che ci si prepara a vendere quel vino (o, almeno, che si spera di venderlo presto). Perciò – aggiunge Pace Perusini – il focus dell’attenzione dovrebbe essere posto proprio all’aspetto economico della questione con i produttori stretti in una morsa.
Da un lato l’Horeca che non paga le forniture a motivo delle aperture (e chiusure) a singhiozzo dei mesi scorsi (utilizzando i fornitori per finanziarsi, sostanzialmente); dall’altra le nuove spese che l’azienda deve accollarsi per imbottigliare e prepararsi alle prossime aperture dei mercati. Mercati che sono cambiati nei tempi della pandemia. Infatti, se fino ad alcuni mesi fa funzionava ancora il mercato italiano ed europeo, attualmente riprendono a “tirare” i mercati esteri dove il programma di vaccinazione è avanzato (Stati Uniti a esempio) e rallenta dove ancora il piano vaccinale stenta a decollare».
«Serve perciò – è la conclusione di Perusini -, accelerare realmente sul piano vaccinale e tutelare il credito dei produttori vitivinicoli anche con una norma, come proposto da Confagricoltura, che preveda di collegare l’erogazione dei sostegni pubblici alle aziende con la verifica del pagamento delle pendenze con i fornitori».