VERONA – Nel Veronese le aziende agricole fanno sempre più fatica a trovare personale specializzato. Mancano trattoristi e manutentori del verde, personale con l’abilitazione per manovrare attrezzature pericolose, o con il patentino per gli agrofarmaci.
MANCA PERSONALE – Ad Agribi, ente bilaterale per l’agricoltura veronese che dall’anno scorso ha attivato il servizio di incontro tra domanda e offerta di lavoro in collaborazione con Veneto Lavoro, stanno arrivando dalle aziende molte richieste di lavoratori che siano in possesso di competenze e abilità che vanno oltre la raccolta della frutta, ma che servono nell’arco dell’intera annata per le diverse attività. Come, ad esempio, le operazioni di potatura, il trapianto di ortaggi, la guida di macchine motrici per l’aratura e la mietitura.
“Abbiamo una cinquantina di aziende che si sono rivolte a noi per reperire operai per la raccolta di piccoli frutti e di ortaggi estivi– spiega Sabrina Baietta, referente per i servizi al lavoro dell’ente di cui fanno parte Confagricoltura, Coldiretti, Cia , Fai-Cisl, Flai-Cgil e Uila-Uil – , ma oltre a questo si contano decine di richieste di lavoratori in possesso dell’abilitazione per la guida di trattori o all’utilizzo dei prodotti fitosanitari. Sono figure che si fatica proprio a reperire sul mercato, perché quelle ci sono non bastano per soddisfare le richieste. Per la raccolta delle fragole, invece, non abbiamo visto la difficoltà dell’anno scorso, quando con la prima emergenza Covid i lavoratori stranieri rimasero bloccati nei loro Paesi. Le aziende ci riferiscono che quest’anno molti romeni sono rimasti qui per evitare possibili blocchi alle frontiere. Una parte degli extracomunitari, inoltre, è stata regolarizzata con la cosiddetta “sanatoria degli invisibili” dell’ex ministro Teresa Bellanova, anche se si tratta di numeri inferiori a quelli che ci si aspettava”.
Quella della formazione di manodopera agricola è una sfida da tempo lanciata dall’ente bilaterale veronese. “L’orientamento dell’ente non è solo quello di assolvere alle carenze di lavoratori per la raccolta della frutta o per situazioni emergenziali, ma di favorire la qualità dell’occupazione – sottolinea Giuseppe Bozzini, vicepresidente di Agribi Verona -. Tra le nostre principali attività rientra il sostegno alle aziende nell’ambito della formazione, soprattutto per tutto ciò che riguarda la sicurezza. La vera scommessa per il futuro, però, sarà quella di coinvolgere sempre di più i giovani rendendo appetibile l’attività agricola, ma per fare questo bisogna che anche le retribuzioni diventino più soddisfacenti. Non è un problema di Agribi, chiaramente, ma dell’intera filiera, che va rivista e riconsiderata se vogliamo investire sulla qualità del lavoro e di conseguenza dei prodotti che arrivano sulle nostre tavole. Bisogna ridistribuire valore, come sta facendo la Francia, che sta rivalutando il prezzo delle materie prime pagato agli agricoltori per una più equa distribuzione dei guadagni lungo la filiera. In poche parole, la grande distribuzione deve avere una fetta più piccola a vantaggio degli agricoltori, che devono recuperare redditività per dare le giuste retribuzioni alle figure professionali di cui necessitano”.