ROMA – Perché la morte di un operaio in un altoforno è un incidente sul lavoro mentre quella di un agricoltore sotto un trattore è una disgrazia? E’ uno scandalo!
Così inizia la lettera appello di Uncai al Governo per porre all’attenzione comune e risolvere un problema grave, che si trascina ormai da anni, fondamentale per la tutela della vita e della sicurezza dei lavoratori agricoli.
Qui di seguito il testo integrale
Sono già trascorsi troppi anni, da quando è stata finalmente normata anche in ITALIA la Revisione per i mezzi agricoli e le macchine operatrici: prima con la modifica dell’art. 111 del Codice della Strada operata dalla LEGGE N° 221 del 17/12/2012 e poi con il Decreto Interministeriale MIT-MIPAAF del 20 maggio 2015. In questi anni moltissimi incidenti invalidanti e mortali avrebbero potuto essere evitati, con relativi costi umani, sociali e sanitari di straordinaria entità. Potremmo aggiungere una lista di nomi e cognomi, di persone reali, lavoratori agricoli, che un’iniziativa politica più decisa e tempestiva, avrebbe dovuto e potuto proteggere. Ricordiamo che, in Italia, in base ai dati forniti dall’Inail, il settore agricolo ha detenuto per molti anni il tragico primato degli infortuni sul lavoro gravi e mortali, superando, quanto a numero di “morti bianche” anche il settore edile e quello della cantieristica, tradizionalmente considerati i più a rischio. Eppure, sono SEI ANNI CHE ATTENDIAMO IL DECRETO ATTUATIVO per la revisione! Ripercorriamo rapidamente i passaggi che ci hanno condotto fino ad oggi.
Dopo numerosi incontri tra tutta le associazioni della filiera ed i ministeri coinvolti, siamo giunti al già citato decreto di maggio 2015. Si trattava, a quel punto, solamente di redigere il decreto attuativo che definisse:
- quali fossero le parti dei trattori da sottoporre a revisione;
- chi potesse effettuare la revisione;
- quali attrezzature servissero per effettuare i controlli;
- quali caratteristiche dovessero avere le officine per essere autorizzate.Aggiungiamo che i controlli obbligatori previsti per la revisione dei mezzi agricoli, permetterebbero anche di verificare l’effettiva “messa a norma” dei trattori di cui al D.Lgs.81/08. A seguito del Decreto del 20 maggio 2015, l’Ing. Sergio Dondolini, all’epoca Direttore Generale della Motorizzazione, creò un gruppo di lavoro per redigere il testo del decreto attuativo composto da:
- 2 membri del MIT (Ing.Piccioni e Ing. Loreto – Coordinatore del gruppo)
- 1 membro del MIPAAF (Ing. Fargnoli)
- 2 membri dell’INAIL (Ing. Laurendi e Avv. Assogna) Purtroppo, da allora, al MIT, si sono verificati numerosi avvicendamenti ai vertici e la stessa carica di Direttore Generale della Motorizzazione è attualmente vacante.
Nonostante ciò, ci risulterebbe che il gruppo abbia continuato a svolgere il proprio lavoro, che abbia raggiunto l’obiettivo prefissato e redatto la bozza del decreto attuativo, già nella seconda metà del 2020. Tutto ciò senza aver mai convocato i rappresentanti delle associazioni della filiera per giungere ad un testo condiviso.
Ricordiamo che lo studio analitico sulle modalità dei casi d’infortunio mortale, denunciati dall’Inail, ha confermato che il trattore agricolo risulta essere una delle macchine da lavoro più associabili ad incidenti gravi e mortali, causati spesso da ribaltamenti o avanzamento della macchina senza conducente. Consideriamo inoltre che numerose cause d’infortunio sono legate all’uso di macchine obsolete, specie nelle piccole aziende o nel caso di privati, che non sempre rispettano i requisiti di sicurezza, e che le fasce d’età coinvolte raggiungono punte non irrilevanti nel segmento senile della popolazione. Non dimentichiamo infine, che i dati originariamente pubblicati dall’ISPESL e successivamente aggiornati dall’INAIL, in relazione allo stato di adeguamento dei trattori ai requisiti minimi di sicurezza previsti dal D.Lgs.81/08, indicano un parco macchine agricole italiano composto per più dell’80 % da trattori ultraventennali.
Accanto alla vita e alla salute degli agricoltori risulta fondamentale anche tutelare la sicurezza dei comuni cittadini che percorrono le strade del nostro Paese, su cui quegli stessi mezzi non revisionati continuato a transitare. “La sicurezza non è prorogabile a vita!”. Molte associazioni della filiera agricola sostengono con forza, con diversi e variegati appelli, la non prorogabilità della revisione e la tutela dei lavoratori del settore. Eppure, dopo le numerose proroghe previste, ci troviamo ancora di fronte all’ennesima improbabile scadenza del 30 giugno 2021.
Se non verrà emanato immediatamente il Decreto Attuativo con relative proroghe per la revisione dei mezzi agricoli (proroghe peraltro indispensabili per la preparazione delle officine che dovranno essere autorizzate – a causa dei tempi che occorrerebbero per i corsi di formazione degli addetti e i riconoscimenti pubblici), a partire dal primo luglio 2021 si correrebbe anche un paradossale rischio. Gli operatori che dovessero muoversi su strada con mezzi non revisionati, rischierebbero di incorrere in infrazioni, multe e sequestro dei mezzi, nonostante la condizione di “vuoto legislativo” relativo alle concrete modalità di attuazione della revisione. Precisiamo però che un decreto che prevedesse esclusivamente ulteriori proroghe delle scadenze (sarebbero le terze!) senza rendere in alcun modo operativa la Revisione (anche immaginando la prima scadenza effettiva nel 2023), costituirebbe un’opportunità persa ed una grave mancanza nei confronti degli agricoltori e degli operatori del settore, che ormai aspettano questo provvedimento da anni. In numerose occasioni e sedi, in presenza e per iscritto, abbiamo reso note le nostre istanze e la serietà e non prorogabilità di un deciso e immediato intervento a difesa dei lavoratori del settore.
E’ dunque ormai necessario emanare il decreto attuativo relativo al Decreto Interministeriale del Maggio 2015. Continuare a non farlo, oltre ai già sottolineati e rilevanti costi umani, professionali e sociali, potrebbe esporci anche ad ulteriori costi politici ed economici a livello nazionale. L’inadempienza infatti potrebbe produrre una possibile procedura d’infrazione per inosservanza della Direttiva 2014/45/CE (recepita in Italia con Decreto 19/5/2017), almeno per quanto riguarda la revisione dei trattori a ruote nelle categorie T1b, T2b, T3b, T4b, e T5 con una velocità massima di progetto superiore a 40 Km/h. Come rappresentanti di due importanti associazioni della filiera agricola, a tutela della salute e della vita dei nostri clienti e associati, e comunque di tutti gli agricoltori, che troppo spesso abbiamo visto morire sotto un trattore rovesciato, riteniamo che portare a conclusione l’iter dell’emanazione del Decreto Attuativo sulla Revisione, sia ormai un obbligo morale non prorogabile per le istituzioni, che ci allineerebbe agli altri Paesi europei, anche al di là e contro eventuali resistenze politiche di alcuni soggetti che da anni probabilmente frenano la crescita del livello di sicurezza e di civiltà del nostro Paese.
Comunichiamo altresì che il 24/12/2015 fu inviato da Enama al MIPAAF, un documento condiviso sulla Revisione a nome di tutte le associazioni della filiera facenti parte di Enama. Concludiamo, sottolineando il particolare momento della nostra vita politica e sociale, in cui a causa di tragici avvenimenti, anche di recente attualità, si pone all’ordine del giorno il dramma delle morti sul lavoro dovute a mancati o superficiali controlli tecnici. Un trattore è “un luogo di lavoro” ad altissimo rischio se non si effettuano i dovuti e tempestivi controlli. Chi continuerà a mantenere un decreto attuativo pronto e chiuso in un cassetto, mostrando indifferenza verso i rischi che corrono ogni giorno gli agricoltori, solo per evitare possibili tensioni o pressioni di eventuali portatori di interesse? Chi si assume questa responsabilità morale? Confidiamo pertanto in una decisa volontà politica di affrontare con urgenza la sfida posta dallo scenario descritto.
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