ROMA – La produzione di sementi di cereali a paglia nel 2020 ha riguardato circa 108mila ettari in Italia e con 203 milioni di euro rappresenta per il settore sementiero italiano la seconda voce in termini di un fatturato che nel 2020 ammontava a 1 miliardo di euro.
Il futuro del settore passa dal rafforzamento del sistema di certificazione delle sementi e dagli investimenti nella ricerca scientifica, vero motore dell’agroalimentare italiano. È quanto emerso nel corso dell’evento “L’innovazione sementiera nel settore dei cereali”, organizzato il 24 settembre scorso da Assosementi presso l’azienda Agroservice SpA di San Severino Marche (MC), come prima tappa di celebrazione del suo centenario.
All’incontro sono intervenuti Alberto Lipparini, Direttore di Assosementi, Tommaso Brandoni Presidente e Amministratore delegato di Agroservice, Daria Scarano e Sofia Ghitarrini breeders di Isea srl – Agroservice, che hanno portato la loro testimonianza sul lavoro dei costitutori di nuove varietà vegetali.
Nel corso della giornata si è svolta la tavola rotonda sul ruolo delle istituzioni, aperta dal videomessaggio del Sottosegretario alle politiche agricole, alimentari e forestali Gian Marco Centinaio e che ha visto la partecipazione dell’Onorevole Tullio Patassini, componente Commissioni Bilancio e Ambiente della Camera dei deputati, Bruno Caio Faraglia, Dirigente DISR V – Servizio fitosanitario centrale, produzioni vegetali, e Roberto Tuberosa, Professore di Genetica agraria presso il Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro-Alimentari dell’Università di Bologna. A chiudere i lavori è stato l’onorevole Raffaele Nevi, componente della Commissione Agricoltura della Camera dei deputati.
“Oggi iniziano le celebrazioni per il primo secolo di storia di Assosementi. Fin dal 1921 il settore sementiero si fa carico delle esigenze dell’agricoltura e oggi è pronto a mettere a disposizione le sue competenze per vincere la sfida della sostenibilità che rappresenta una assoluta priorità. Nell’evento odierno abbiamo voluto mettere sotto la lente di ingrandimento il ruolo fondamentale che sono in grado di giocare le industrie sementiere in un comparto strategico come quello dei cereali, in cui l’Italia è leader a livello europeo” ha dichiarato Alberto Lipparini, direttore di Assosementi.
“Siamo il primo anello di una lunga catena che parte dal seme e arriva al consumatore – ha sottolineato Tommaso Brandoni presidente e Amministratore delegato di Agroservice Spa -, in mezzo ci sono gli agricoltori, i trasformatori, i pastificatori, un mondo che non può prescindere dal seme. Noi facciamo miglioramento genetico, cercando di creare ciò che il mercato ci chiede, con un’attenzione particolare alla qualità della materia prima e alla sostenibilità ambientale. Oggi, soprattutto per quanto riguarda il grano duro, il settore in cui prevalentemente operiamo, il 50% del seme impiegato sfugge al sistema della certificazione, sottraendo risorse preziose alla ricerca e all’innovazione”.
Il lungo lavoro di ricerca, selezione e sperimentazione che è alla base della certificazione di nuove varietà vegetali è stato illustrato dalla breeder di ISEA srl e Agroservice Spa Daria Scarano : “Il lavoro di un breeder consiste nell’ associare in un’unica varietà di seme quei caratteri positivi riscontrabili in differenti piante come la resistenza alle malattie e agli stress ambientali, una migliore qualità della granella e una maggiore produttività.
L’obiettivo è dare vita a piante che rispondano alle esigenze della domanda dei trasformatori, ai gusti dei consumatori e non ultimo ai nuovi target di sostenibilità ambientale fissati dalla strategia Farm to Fork. Un lavoro che dura diversi anni: 10 tra selezione, sperimentazione e stabilizzazione nel tempo dei caratteri selezionati, a cui si aggiungono altri 2-4 anni di valutazioni e test, per poi procedere all’iscrizione nel registro nazionale delle varietà e alla successiva commercializzazione. Oggi grazie alle nuove tecnologie di miglioramento genetico moderno o assistito e alla valorizzazione di tutte le conoscenze e le innovazioni che vengono fuori dalle accademie e dai progetti di ricerca che finanziamo, siamo in grado di dimezzare i tempi che precedono l’iscrizione di una varietà.
Ci avvaliamo di camere di crescita dove finalizzare gli incroci in tempi più ridotti e di software per lo screening che effettuiamo in pieno campo e all’interno dei fitotroni. Si tratta di investimenti importanti e che possono alimentarsi solamente grazie alle royalties derivanti dalla vendita di una varietà. La costituzione di specie più performanti – ha chiosato la Scarano – assume oggi un’importanza cruciale alla luce dello scenario in cui viviamo e che vede da una parte una crescita molto sostenuta della popolazione mondiale, dall’altra gli effetti del cambiamenti climatici (scarsità di acqua e di nutrienti, nuove e perniciose malattie ) e la necessità di ricorrere meno alla chimica per preservare le risorse del pianeta”.
Anche i rappresentanti delle Istituzioni e del mondo accademico intervenuti alla tavola rotonda hanno ribadito il ruolo chiave della ricerca e dell’innovazione per lo sviluppo del settore sementiero e il per il futuro dell’agricoltura italiana.
“I cento anni di Assosementi rappresentano la storia dell’agricoltura del nostro paese, un’agricoltura da sempre fondata sulla qualità garantita dai semi. Il settore agricolo è proiettato verso il futuro ed è pronto a rispondere alle sfide lanciate dall’Europa a favore dell’ambiente e dei consumatori. Siamo al lavoro per consentire agli agricoltori di essere sempre più competitivi e per questo sosteniamo l’importanza della ricerca scientifica, che ha sempre permesso di migliorare i semi e quindi i prodotti che arrivano sulle nostre tavole” ha dichiarato il sottosegretario alle politiche agricole, alimentari e forestali Gian Marco Centinaio nel videomessaggio che ha aperto la tavola rotonda.
“Nel centenario di Assosementi è ancora più importante investire nella ricerca, il punto di partenza per lo sviluppo del nostro paese, e nella creazione di quelle filiere che possano portare al consumatore un prodotto italiano, buono, salutare e con caratteristiche tecniche e organolettiche in grado di rispondere alle nuove sfide dell’agricoltura” ha dichiarato l’onorevole Tullio Patassini.
“Le sementi sono alla base della produzione agricola. A questo scopo è fondamentale ricostruire un confronto collettivo sulle prospettive e che coinvolga l’intera filiera agroalimentare, partendo dalle attività di breeding del settore sementiero fino ai prodotti destinati alla nostra alimentazione” ha dichiarato Bruno Caio Faraglia.
“Oggi siamo in grado di adattare il genoma delle piante ai ‘limiti’ dell’ambiente. In Italia e nel mondo possiamo sviluppare un’agricoltura davvero competitiva e sostenibile e di offrire al consumatore prodotti più salubri. Abbiamo bisogno di una legislazione che ci consenta di poter utilizzare al meglio ciò che la tecnologia offre oggi. Il settore non deve perdere questa grande opportunità” ha dichiarato il professore Roberto Tuberosa.
“Le nuove tecniche di innovazione vegetale ci consentono di cogliere numerosi obiettivi strategici. Il nostro Paese deve investire in ricerca per aumentare le rese e dunque il reddito dei nostri agricoltori e favorire produzioni rispettose dell’ambiente. Abbiamo bisogno di credere nella scienza” ha dichiarato l’Onorevole Raffaele Nevi.