Misure drastiche per riportare gli ungulati entro i limiti sostenibili. Ma le risposte arrivano al rallentatore e con provvedimenti ancora inadeguati a fronteggiare una situazione che continua ad aggravarsi. La denuncia arriva da Coldiretti che, con la mobilitazione sfociata nella manifestazione di piazza del 27 novembre, ha richiamato l’attenzione su un problema che sta diventando esplosivo. “La Regione ha finalmente preso coscienza dell’eccezionalità della situazione ma è riuscita ad attivare solo interventi minimi, a volte inapplicabili, in generale insufficienti, per contrastare la crescita esponenziale degli ungulati”, spiega Coldiretti che, per controllare e verificare la gestione dell’emergenza, ha ripreso il posto all’interno dei comitati di gestione degli Ambiti Territoriali di Caccia, da cui si era autosospesa nello scorso autunno.
Allarme Coldiretti – “In questi i mesi i numeri sono saliti ancora e, con essi, è aumentato il pericolo non solo per le coltivazioni, saccheggiate dagli ungulati, e le produzioni agricole azzerate: l’esubero degli animali oltre ogni limite di sopportabilità potrebbe creare pericoli anche per la sicurezza dei cittadini e per l’ambiente”, spiega l’organizzazione sindacale. “Gli ecosistemi sono a rischio, il naturale rinnovamento dei boschi è compromesso, la piccola selvaggina stanziale sta scomparendo. Ma l’aspetto più preoccupante è rappresentato dal numero degli incidenti stradali causati dall’attraversamento dei selvatici; dal rischio di epidemie che possono diffondersi anche tra il bestiame allevato; dalla difficoltà di effettuare i necessari controlli sanitari.
Interventi urgenti – Un quadro destinato a peggiorare ulteriormente, in assenza di interventi urgenti e adeguati”, aggiunge Coldiretti, che, proprio per questo, ha deciso di portare la questione anche sul tavolo dell’assessore alla Sanità Enrico Rossi. “Se la definizione delle regole da applicare una volta riportati i valori alla normalità, ha tempi lunghi, adesso, si stanno assumendo scelte strategiche per la gestione dell’emergenza. E’ in fase di discussione una modifica della legge regionale sul calendario venatorio: l’occasione per introdurre misure davvero straordinarie per riportare il numero degli ungulati entro limiti di sostenibilità. In Toscana, la densità media dei cinghiali è di 7/10 animali ogni 100 ettari, secondo le zone. Noi diciamo che deve scendere a quota 1,5 nelle aree vocate, mentre il cinghiale deve essere eliminato nelle altre zone, quelle in cui si concentrano le coltivazioni agricole. Una soluzione va trovata anche per limitare i numeri di caprioli, daini e cervi: i danni e i pericoli creati da questi animali infatti risultano in vertiginoso aumento! Il limite massimo di densità sostenibile deve essere garantito anche sulle superfici dove oggi vige il divieto di caccia. Siamo consapevoli che riportare la situazione alla normalità è operazione complessa e delicata. Per questo chiediamo che la norma preveda, nei territori dove le amministrazioni provinciali non riescono a centrare l’obiettivo, che la competenza sugli interventi di controllo sia affidata ai Prefetti”, conclude Coldiretti.