La prossima vendemmia si preannuncia abbondante, di qualità e in anticipo di circa quindici giorni rispetto alla media, ma per i produttori c’è il rischio di prezzi in ulteriore drastico ribasso e con costi produttivi e contributivi in continua crescita. Lo sottolinea la Cia-Confederazione italiana agricoltori per la quale l’attuale situazione del settore vitivinicolo si presenta alquanto difficile e carica di preoccupanti incertezze. Già lo scorso anno – afferma la Cia – si era registrata una caduta (circa il 25 in meno rispetto alla precedente vendemmia) dei prezzi delle uve. E ora lo scenario rischia di ripetersi, ma con contorni certamente più drammatici per i nostri vitivinicoltori., tra i quali comincia a serpeggiare evidente la preoccupazione per il collocamento dell’uva della nuova produzione anche a causa -come segnala la stessa Ismea- di un attuale modesto interesse dell’industria trasformatrice.
Interventi – Bisogna, quindi, intervenire prima che la situazione diventi irrecuperabile. Per questo la Cia sollecita misure che permettano di rivitalizzare il mercato e di ridurre i pesanti costi che i produttori sono costretti ad affrontare. Costi che proprio nel settore vitivinicolo hanno visto nell’ultimo anno una crescita tra il 25 e il 30 per cento. Occorre evitare -sostiene ancora la Cia- che, come è avvenuto nello scorso anno, si ripetano tentativi di puro carattere speculativo per mantenere compresso il prezzo delle uve da vino dei produttori italiani e favorire, invece, l’ingresso di prodotti stranieri, oltretutto di dubbia qualità e provenienza. Il che potrebbe avere pesanti riflessi negativi per l’intero comprato, che già sconta problemi complessi
Controlli – Da qui l’esigenza -avverte la Cia- di controlli rigidi da parte degli organi preposti, mirati sulla provenienza e sulla qualità dei vini immessi sui nostri mercati e sulle operazioni di compravendita, che spesso sfuggono alle logiche di trasparenza dei mercati agroalimentari. Per la Cia è, inoltre, indispensabile una maggiore attenzione nei confronti dei produttori vitivinicoli che fanno i conti anche con la nuova Ocm che vede in corso d’attuazione il Piano nazionale con misure, alcune delle quali di semplice applicazione ed altre molto laboriose, come la promozione e la ristrutturazione e riconversione dei vigneti. Il tutto s’inserisce in un mercato che -sostiene la Cia- vede un calo, in quantità, dei consumi domestici (meno 3 per cento nel primo trimestre dell’anno rispetto all’analogo periodo del 2008) ed esportazioni che non decollano come negli anni passati. Un trend che si riferisce soprattutto ai vini da tavola, mentre per quelli di qualità e a denominazione d’origine (Doc, Igt e Docg) la situazione appare meno problematica.