Cia: l’etichetta da sola non risolve i problemi

E’ ormai un vero e proprio tracollo. I prezzi sui campi dei prodotti agricoli continuano a segnare una drammatica caduta libera. Nel mese di giugno la flessione, rispetto all’analogo periodo del 2008, è stata pari al 16 per cento, con punte del 34 per cento per i cereali, del 23 per cento per il settore vitivinicolo, del 22 per cento per la frutta e del 21 per cento per l’olio d’oliva. “Una situazione difficile che il governo -afferma il presidente della Cia-Confederazione italiana agricoltori Giuseppe Politi- continua ad ignorare. Finora non abbiamo visto provvedimenti che realmente garantiscono interventi incisivi a sostegno dei produttori che, senza misure efficaci, rischiano di perdere ulteriormente competitività e andare così drammaticamente fuori mercato”.

Grave difficoltà – Uno scenario aggravato – sottolinea la Cia – dai pesanti e crescenti costi produttivi e contributivi, dalla mancanza di certezze sul fronte assicurativo, visto che, finora, non sono state reperite le risorse necessarie per il finanziamento del Fondo di solidarietà nazionale per le calamità naturali. “Siamo davanti ad una crisi -aggiunge Politi- che non ha precedenti negli ultimi anni. Tutti i comparti vivono un momento di grande difficoltà. Servono politiche mirate ed incisive che, però, non s’intravedono minimamente. Il governo prosegue con le promesse, ma di fatti concreti niente. I problemi del settore non si possono ridurre unicamente all’etichettatura d’origine che, pur importante, serve a poco se non si affrontano le questioni di fondo della nostra agricoltura”.

L’etichetta non basta – “I produttori agricoli italiani – rimarca il presidente della Cia – hanno, quindi, bisogno di ben altro. Non basta mettere un’etichetta e pensare di avere risolto i ‘mali’ che affliggono le imprese. La caduta dei prezzi, l’aumento dei costi, la competitività sempre più ridotta, un credito con il contagocce, la ripresa che si allontana inesorabile, la mancanza di una valida copertura assicurativa, la scarsità di valide strutture logistiche, hanno bisogno di risposte politiche, di provvedimenti efficaci”. “Siamo stanchi dei continui annunci da parte del governo. E’ venuto il momento degli atti tangibili. Le imprese agricole -avverte Politi- sono in grande affanno. Serve un nuovo progetto di politica agraria. E la sede più ideale per discuterla e svilupparla resta la Conferenza nazionale sull’agricoltura, anch’essa tante volte annunciata, ma mai programmata. E’ finita pure essa nel dimenticatoio. E anche questo dimostra la scarsa attenzione che il governo ha di questo fondamentale settore”.

 

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