“Per coniugare la sostenibilità ambientale con quella economica, andando in tal modo a raccogliere i recenti orientamenti comunitari, non si può prescindere dalla ricerca e dall’innovazione agricola, con particolare riferimento al miglioramento genetico, tenendo sempre bene a mente che senza la genetica e tutto quello che ne consegue con il genome editing, ovvero le Tecniche di evoluzione assistita-TEA, sarà impensabile raggiungere la tanto decantata rivoluzione green o produrre utilizzando minori quantità di carburanti, fertilizzanti e agrofarmaci”.
Lo sottolinea il presidente della Copagri Franco Verrascina, plaudendo alla Pdl sull’emissione deliberata nell’ambiente, a fini sperimentali e scientifici, di organismi prodotti con tecniche di genome editing e cisgenesi, presentata alla Camera dal presidente della Commissione Agricoltura Filippo Gallinella, primo firmatario del testo.
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“Il miglioramento genetico non solo aiuterà l’agricoltura ad aumentare la resistenza contro i vari parassiti, ma consentirà anche al genoma delle piante di adattarsi con minore stress al climate change, contribuendo al contempo a mantenere, o in alcuni casi addirittura a incrementare, la produttività e la resa delle piante, anche in situazioni particolari”, prosegue il presidente, evidenziando che “le condizioni climatiche mutate e l’ingresso di nuovi patogeni altamente dannosi non consentono alcun ritardo per affrontare queste sfide”.
“Riteniamo, e la presentazione di questa Pdl ne è una conferma, che i tempi siano finalmente maturi per cominciare a ragionare seriamente e concretamente sull’applicazione in agricoltura delle innumerevoli possibilità offerte dall’innovazione, proprio a partire dalle cosiddette TEA, che non vanno assolutamente confuse con i ‘vecchi OGM’ transgenici, con i quali hanno ben poco a che vedere”, continua Verrascina.
“Vale la pena di ricordare che, secondo una recente indagine di Euroseeds, proprio l’incertezza normativa riguardante l’applicazione delle Tecniche di evoluzione assistita-TEA ha bloccato addirittura del 40% i programmi di innovazione delle aziende che investono in ricerca; per tali ragioni, non possiamo che accogliere con favore un provvedimento che mira a colmare tale lacuna, auspicando al contempo che il testo possa raccogliere un unanime consenso e procedere speditamente nel suo iter parlamentare”, conclude il presidente della Copagri Franco Verrascina.