ROMA – Dopo aver chiuso lo scorso anno con un fatturato complessivo di 1,4 miliardi di euro (+5,7% sul 2019), l’export di olio di oliva tricolore ha perso slancio in questo 2021.
OLIO DI OLIVA – Nei primi 9 mesi dell’anno, si legge nel Report Ismea Tendenze (link) , i quantitativi spediti oltre frontiera si sono ridotti del 6%, a fronte di una crescita in valore (+3%), per effetto di un incremento dei prezzi dell’ordine del 4%.
Anche i volumi importati sono scesi del 10% , ma la positiva dinamica dei prezzi internazionali ha determinato un incremento della spesa (+20%).
Nonostante l’aumento a doppia cifra degli acquisti dall’estero, si mantiene positivo il saldo in valore della bilancia commerciale italiana, anche se il gap si sta assottigliando rispetto ai primi mesi dell’anno.
La flessione delle richieste di prodotto italiano si è sentita a soprattutto negli Stati Uniti (-14% in volume e -4% in valore). A questa riduzione si aggiungono perdite in volume sempre a due cifre, in Canada, Giappone e Regno Unito, anche se negli ultimi due ultimi Paesi i corrispettivi hanno mostrato il segno positivo. In aumento, invece, sia in volume che in valore le esportazioni verso la Germania e la Svizzera e Russia.
Relativamente alle importazioni, gli acquisti fuori dai confini nazionali hanno raggiunto nei primi nove mesi del 2021 le 436 mila tonnellate, con un vistoso rallentamento rispetto ai primi mesi dell’anno quando erano state fatte importanti scorte dalle imprese imbottigliatrici. Nel complesso, dalla Spagna – primo paese fornitore italiano -sono arrivate 272 mila tonnellate, in linea con lo stesso periodo dello scorso anno, per un valore cresciuto del 30% in relazione al forte incremento dei prezzi. Parallelamente sono calate del 5% le importazioni dalla Grecia, e crollati gli arrivi dalla Tunisia (-39% in volume e -14% in valore).
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