“L’Italia si conferma il Paese delle eccellenze, della tipicità e di territori che hanno saputo nel corso del tempo coniugare le condizioni pedoclimatiche delle zone di produzioni all’abilità dell’uomo, binomio che ha donato al nostro Paese prodotti unici e irripetibili altrove”. Con queste parole il Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali Luca Zaia ha commentato le ultime novità dall’Europa in tema di prodotti di qualità. Sono di oggi le notizie della pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea della domanda di riconoscimento come DOP della denominazione “Farro di Monteleone di Spoleto”; del Regolamento comunitario Reg CE 1081 della Commissione dell’11 novembre 2009 per l’iscrizione della denominazione Limone Interdonato Messina IGP nel registro delle denominazioni di origine protetta e delle indicazioni geografiche protette; del Regolamento CE 1082 della Commissione dell’11 novembre 2009 per l’approvazione di modifiche non secondarie del disciplinare della denominazione Prosciutto di Norcia IGP.
Farro di Monteleone di Spoleto – La caratteristica che rende unico il Farro di Monteleone di Spoleto è la cariosside di colore marrone ambrato che alla frattura si presenta vitrea e compatta con residui farinosi. La spiga piatta, corta, affusolata, con ariste non troppo lunghe e leggermente divaricate completa il quadro caratteristico di questo prodotto, che fin dal XVI secolo veniva largamente coltivato a Monteleone di Spoleto, in Umbria. L’area di coltivazione comprende i comuni di Monteleone di Spoleto e Poggiodomo e parte dei comuni di Cascia, Sant’Anatolia di Narco, Vallo di Nera e Scheggino, di altitudine maggiore o uguale a 700 m s.l.m.
Limone di Interdonato Messina – La IGP Limone Interdonato Messina è riservata alla cultivar “Interdonato”, ibrido naturale tra un clone di cedro e un clone di limone, ed è prodotta nel territorio Jonico-Messinese, in alcuni comuni della provincia di Messina. Le aziende del Consorzio del Limone Interdonato Messina sono 50 e producono 800mila chili all’anno, con un fatturato alla produzione annuo di 500mila euro e un fatturato al consumo di un miliardo e 200mila euro.
Il prosciutto di Norcia – “Il nostro Prosciutto di Norcia – ha aggiunto Zaia – è un prodotto di eccellenza frutto di una tradizione secolare. Prestare la massima attenzione ai disciplinari di produzione significa difendere la storia agroalimentare del nostro Paese e garantire prodotti di qualità”. Le modifiche al disciplinare di questo prodotto riguardano la descrizione puntuale delle caratteristiche del suino pesante adulto, che costituisce la materia prima della IGP, e l’inserimento degli elementi inerenti la tracciabilità del prodotto. Tali precisazioni sono state introdotte per fornire dati certi e più precisi al consumatore sull’origine della materia prima utilizzata. L’arte della conservazione delle carni suine nella zona del Nursino era già famosa al tempo dei Romani. L’ambiente naturale della zona è da ritenersi particolarmente favorevole al processo di maturazione e stagionatura di un prosciutto di qualità per le sue caratteristiche climatiche e per la natura dei terreni, caratterizzati da elevate dorsali montuose che impediscono l’afflusso di aria umida dal mare e dal prevalere di formazioni calcaree che consentono la dispersione delle acque piovane.