MILANO – Sono 120 le pubblicazioni, che complessivamente hanno totalizzato 1.439 citazioni, secondo l’Australian Journal of Grape and Wine Research, che permettono ad Osvaldo Failla, docente del dipartimento di Scienze Agrarie e Ambientali – Produzione, Territorio, Agroenergia dell’Università Statale di Milano, di essere il ricercatore più prolifico a livello internazionale nel settore della viticoltura tra il 1950 e il 2020.
E’ quanto evidenzia un articolo pubblicato sulla rivista che ha condotto un’indagine bibliometrica sull’andamento della ricerca scientifica dei settori enologico e vitivinicolo sulla base degli articoli peer-reviewed scritti in lingua inglese recuperati dal database Scopus.
Oltre trent’anni di attività di ricerca nel settore della biologia e genetica della vite hanno consentito al professor Failla di collaborare e pubblicare con più 300 ricercatori di oltre 30 paesi del mondo. La rete internazionale di collaborazioni ha visto un importante riconoscimento con il finanziamento di un progetto europeo per lo sviluppo delle collaborazioni scientifiche (Cost Action – East-West Collaboration for Grapevine Diversity Exploration and Mobilization of Adaptive Traits for Breeding) incentrato sulla conservazione e valorizzazione della biodiversità della vite, progetto del quale è stato Chairperson tra il 2010 e il 2014.
Nel corso della sua carriera di ricercatore si è occupato di fisiologia della maturazione dell’uva in una prospettiva enologica, della valutazione delle risorse ambientali per la valorizzazione della viticoltura di territorio, della biodiversità della vite per ricostruire la storia della viti-enologia e del miglioramento genetico per lo sviluppo di una viticoltura sostenibile.
Recentemente i gruppi di ricerca che coordina hanno dato importanti contributi nel campo della individuazione di varietà resistenti alle malattie fungine della vite, della comprensione dei meccanismi di maturazione dell’uva e dello studio degli effetti del cambiamento climatico in viticoltura.
Allievo del professor Attilio Scienza, al quale ha sempre attribuito il merito di averlo incoraggiato e sostenuto, è stato un pioniere della “riscoperta” delle origini caucasiche della viticoltura contribuendo al rinvenimento nel 2017 delle più antiche tracce di vinificazione risalenti al VI millennio a.C. nel Caucaso meridionale.
La passione per la storia dell’agricoltura lo ha portato nel 2021 alla presidenza del Museo di Storia dell’Agricoltura del quale era stato direttore dal 2008. È socio ordinario dell’Accademia della Vite e del Vino e socio corrispondente dell’Accademia dei Georgofili.
Tra il 2017 e il 2020 è stato direttore del Dipartimento di Scienze Agrarie e Ambientali della Statale e membro del Senato Accademico. È docente del corso di laurea in Viticoltura ed Enologia, del quale è stato presidente, ed è docente e membro fondatore del corso di laurea magistrale interateneo in Scienze Viticole ed Enologiche.