RAVENNA – All’unanimità, Gian Luca Bagnara è stato riconfermato alla presidenza di AIFE – Filiera Italiana Foraggi nel corso dell’Assemblea generale che si è tenuta lo scorso 25 marzo a Milano Marittima (RA).
Una riconferma che sancisce il proseguimento di un percorso iniziato dieci anni fa, quando il settore delle foraggere, e dell’erba medica in particolare, sembrava destinato all’oblio in virtù di precedenti accordi internazionali che consentivano ai produttori di chiedere un contributo per cessare le loro attività. Da allora però le cose sono totalmente cambiate e oggi “vantiamo una filiera ben organizzata che ha saputo conquistare importanti fette di mercato nazionale e internazionale – spiega Bagnara – avvalorata da un costante sviluppo delle imprese che hanno saputo evolvere la loro capacità tecnologica e gestionale in modo davvero incredibile”.
A conferma di ciò, va ricordato che ad AIFE/Filiera Italiana Foraggi fanno riferimento 30 impianti di trasformazione di erba medica prodotta su 90mila ettari di terreno distribuiti tra Emilia Romagna, Marche, Veneto, Lombardia, Lazio, Umbria, Toscana e Abruzzo, per una produzione complessiva di circa 1milione di tonnellate: il 60% del quale viene esportato.
Stiamo vivendo momenti molto complessi e il mondo agrozootecnico è uno di quelli che sta pagando il conto più salato. In più ci stiamo avvicinando all’entrata in vigore della nuova Pac, 1 gennaio 2023, che introdurrà interessanti novità anche per le colture foraggere. Quale sarà il ruolo di AIFE/Filiera Italiana Foraggi e come supporterà l’attività dei suoi associati?
“Credo che proprio a causa delle vicende che stiamo vivendo si aprano davanti a noi sfide importanti da non sottovalutare – sottolinea Bagnara – In questo contesto occorre facilitare e rinsaldare quel collegamento tra agricoltura e zootecnia che oggi più che mai si rivela fondamentale. La rotazione colturale con leguminose, e in primis con erba medica, non solo migliora il terreno ma assicura l’approvvigionamento di una materia prima di qualità che, garantita e sanificata, apporta un beneficio all’ambiente oltre che al bestiame a cui viene fornita con la razione alimentare. Ecco allora che i progetti avviati come quelli allo studio da parte di AIFE/Filiera Italiana Foraggi sono e saranno legati alla qualità dei suoli, all’alimentazione di precisione, a razioni alimentari mirate e orientate a migliorare la produttività ma anche il benessere animale, la sostenibilità ambientale ed economica delle aziende”.
L’intero processo di essiccazione e disidratazione dell’erba medica richiede un importante utilizzo di energia che con i rincari di questi ultimi mesi sta pesando enormemente sui bilanci delle aziende. Quali azioni ha messo in campo AIFE/Filiera Italiana Foraggi per mitigare, per quanto possibile, le conseguenze di questa situazione?
“Fortunatamente molte nostre aziende associate hanno siglato a suo tempo contratti di fornitura con le diverse Società elettriche riuscendo a bloccare quegli aumenti che abbiamo quantificato in una forbice compresa tra il 200 e il 300% – prosegue il presidente Bagnara – Aumenti in pratica decuplicati rispetto a qualche mese fa, che qualcuno comunque è costretto ad affrontare. Abbiamo allora deciso di appoggiarci a una primaria Società di consulenza attraverso la quale, mensilmente, possiamo avere proiezioni attendibili in grado di intercettare l’andamento dei mercati e indirizzare di conseguenza gli acquisti di energia”.
Lei prima ha parlato di sfide da non sottovalutare. Da cosa a suo giudizio saranno principalmente dettate?
“Sicuramente dai costi energetici e dai cambiamenti climatici. Per questo, tra le altre iniziative che abbiamo in campo, ci concentreremo sulla realizzazione di polizze assicurative e di un fondo mutualistico, quest’ultimo previsto peraltro dalla nuova Pac, che rappresentino una rete di sicurezza per la filiera dei foraggi essiccati. Non solo. Entro quest’anno vogliamo definire il Disciplinare di produzione che gli associati potranno adottare, su base volontaria, per ottenere la certificazione ecologica di prodotto made green in Italy, riconoscimento che verrà rilasciato dal ministero della Transizione Ecologica e che è legato al progetto Medi-C-ARbonio, al quale hanno aderito una quarantina di aziende produttrici di erba medica nostre associate, finalizzato a documentare i plus di sostenibilità ambientale dei foraggi da prati di erba medica valutando il contributo che le foraggere poliennali possono fornire al sequestro di carbonio nel suolo della Romagna. Sostenibilità, redditività, competitività saranno i pilastri della nostra azione per i prossimi anni. Credo che un dato possa valere per tutti – conclude Bagnara – l’erba medica, in fatto di emissioni, produce un cinquantesimo di CO2 equivalente rispetto alla soia importata. Se a questo aggiungiamo il suo benefico apporto al terreno e la garanzia di un prodotto garantito e sanificato da fornire al bestiame, si fa presto a capire come le sfide di oggi si traducano in opportunità per domani”.
Il nuovo Consiglio direttivo di AIFE, oltre a Gian Luca Bagnara presidente, vede alla vice presidenza Dionigio Letardi e Riccardo Severi.
Antonio Bezzi, Fabrizio Bosco, Alfeo Carli, Leonardo Forte, Paolo Lodi e Tiziano Migiani ricoprono il ruolo di Consiglieri, mentre Fabio Capannelli, Giovanni Cestari e Gian Luca Pettazzoni quello di Revisori.
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