Da questa settimana (21 aprile) è possibile presentate dai datori lavoro le domande di nulla osta per il lavoro stagionale degli 80mila cittadini extacomunitari autorizzati, esclusivamente con modalità informatiche e soprattutto attraverso la collaborazione delle associazioni di categoria autorizzate. E’ quanto afferma la Coldiretti nel sottolineare che il “click day” attraverso il sito web dedicato www.interno.it è stato stabilito con la pubblicazione del Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri sulla Gazzetta Ufficiale del 20 aprile che prevede la programmazione transitoria dei flussi di ingresso dei lavoratori extracomunitari stagionali, nel territorio dello Stato, per l’anno 2010. Si tratta di una procedura informatica con domande di ingresso on line che evitano le lunghe file alle poste del passato, secondo la Coldiretti che lo scorso anno è stata l’associazione che ha presentato il maggior numero di domande ed è impegnata nelle proprie strutture territoriali a raccogliere le richieste dei datori di lavoro.
Attesa – C’è molta attesa nelle aziende agricole per l’arrivo dei lavoratori stagionali immigrati dai quali dipende – rileva la Coldiretti – il 10 per cento dei raccolti nelle campagne italiane dove sono in fase avanzata i lavori di preparazione della primavera, con il rischio concreto che i ritardi mettano in difficoltà l’agricoltura che deve confrontarsi con i tempi dettati dall’andamento stagionale delle produzioni.. La maggioranza dei lavoratori stagionali extracomunitari – sottolinea la Coldiretti – troverà infatti occupazione in agricoltura che insieme al turismo e all’edilizia è il settore con maggiori maggiore opportunità occupazionali per questi lavoratori sopratutto per le grandi campagne di raccolta delle principali produzioni Made in Italy: dalla frutta alla verdura, dai fiori al vino fino, ma anche negli allevamenti.
Chi può essere assunto – Possono essere assunti per lavori stagionali cittadini non comunitari originari di Serbia, Montenegro, Bosnia-Herzegovina, Macedonia, Kosovo, Croazia, India, Ghana, Pakistan, Bangladesh, Sri Lanka e Ucraina, nonché di Paesi che hanno sottoscritto o stanno per sottoscrivere accordi di cooperazione in materia migratoria come Tunisia, Albania, Marocco, Moldavia, Egitto e i cittadini stranieri non comunitari titolari di permesso di soggiorno per lavoro subordinato stagionale negli anni 2007, 2008 o 2009. Lo stesso provvedimento consente, come anticipazione della quota massima di ingresso di lavoratori extracomunitari non stagionali per l’anno 2010 di 4mila cittadini stranieri non comunitari per motivi di lavoro autonomo.
Immigrazione necessaria – Sono molti i "distretti agricoli" dove i lavoratori immigrati sono una componente bene integrata nel tessuto economico e sociale come nel caso – aggiunge la Coldiretti – della raccolta delle fragole nel Veronese, della preparazione delle barbatelle in Friuli, delle mele in Trentino, della frutta in Emilia Romagna, dell’uva in Piemonte fino agli allevamenti in Lombardia dove a svolgere l’attività di “bergamini” sono soprattutto gli indiani mentre i macedoni sono coinvolti principalmente nella pastorizia. Sono circa 30mila le aziende agricole italiane che secondo la Coldiretti assumono lavoratori extracomunitari che rappresentano circa il 10 per cento sul totale dei lavoratori agricoli. Secondo il XIX Rapporto Caritas/Migrantes sull’immigrazione al quale ha collaborato la Coldiretti sono 90.091 i rapporti di lavoro in agricoltura identificati come extracomunitari negli archivi INPS ed appartengono a 155 diverse nazionalità anche se a trasferirsi in Italia per lavorare in agricoltura – conclude la Coldiretti – sono principalmente nell’ordine gli albanesi (17,2 per cento), i marocchini (12,6%) e a sorpresa gli indiani (13,8 per cento) che trovano occupazione soprattutto negli allevamenti del nord per l’abilità e la cura che garantiscono alle mucche.