ROMA – “Mentre la Commissione UE procede con l’erogazione al nostro Paese della prima rata dei fondi del PNRR, per un importo complessivo di 11 miliardi di euro, non c’è ancora traccia delle linee guida necessarie all’applicazione dell’agrivoltaico”. Lo sottolinea il presidente della Copagri Franco Verrascina, evidenziando che la Legge 34/2022, con la quale è stato convertito il cosiddetto “DL Energia” recante misure urgenti per il contenimento dei costi dell’energia elettrica e del gas naturale e per lo sviluppo delle energie rinnovabili, prevedeva l’emanazione entro trenta giorni delle linee guida necessarie a regolamentare lo sviluppo del fotovoltaico in area agricola.
“Con il DL Energia, testo che era stato sensibilmente migliorato durante il passaggio parlamentare, venivano definiti gli aspetti giuridici legati agli impianti agrivoltaici e, grazie anche al pressing della Copagri, veniva garantito il principio della coesistenza sostenibile tra produzione di energia e agricoltura; queste positività rischiano però di essere vanificate dall’assenza dei parametri necessari alla loro applicazione pratica, ossia all’installazione di pannelli fotovoltaici su suoli agricoli, coniugati a monitoraggi che garantiscano la permanenza dell’attività agricola e la produzione di cibo”, ricorda Verrascina.
“Parliamo di indicazioni tecniche molto attese dal comparto primario, che ha tutte le carte in regola per giocare da protagonista la partita della decarbonizzazione e della riconversione energetica del Paese, obiettivi per i quali nel PNRR vengono stanziati ben 4,5 miliardi di euro, di cui 1,5 miliardi per l’agrisolare, 1,1 miliardi per l’agrivoltaico e 1,9 miliardi per il biometano e il biogas”, prosegue il presidente.
“Puntare sulle agroenergie, infatti, oltre a dare un sensibile contributo alla riduzione della dipendenza dell’Italia dai carburanti fossili, è fondamentale per offrire ai produttori agricoli, in grande sofferenza di liquidità in relazione agli aumenti record dei costi di produzione e dell’energia e alle note ripercussioni dell’ondata pandemica e del conflitto russo-ucraino, una importante fonte di diversificazione del reddito”, aggiunge Verrascina, ribadendo che “la grande spinta allo sviluppo di tutte quelle potenzialità energetiche derivanti dall’attività agricola non dovrà rischiare di compromettere la potenzialità produttiva agricola, ma dovrà al contrario tenere in debita considerazione la necessità di garantire la piena salvaguardia e la completa tutela dei suoli agricoli, il cui fine primario è e deve continuare a essere la produzione di cibo”.