ROMA – Speculazioni sui mercati finanziari, Chicago in testa, e il cartello degli acquirenti che da un paio di settimane non acquistano più prodotto, spingono sotto quota 500 euro/tonnellata il prezzo del grano duro italiano del nuovo raccolto, a livelli che non si raggiungevano da ottobre 2021. Lo comunica Consorzi Agrari d’Italia – CAI in base alla rilevazione della Borsa Merci di Bologna, punto di riferimento per la contrattazione fisica dei prodotti agricoli.
Il grano duro di alto valore proteico oscilla infatti tra 497 e 502 euro/tonnellata, in ribasso di 30 euro rispetto alla settimana scorsa. Grano tenero e altri cereali, invece, restano sostanzialmente invariati. La situazione, secondo Consorzi Agrari d’Italia – CAI, alla luce anche della mancata quotazione della Borsa Merci di Foggia, rischia di diventare insostenibile per tante aziende agricole che hanno investito in questi mesi nonostante l’aumento dei costi di gasolio e concimi dovuto al caro energia e alla guerra in Ucraina.
In questo momento complicato, CAI – come primo player nazionale – è impegnata nella creazione di contratti di filiera in grado di garantire un prezzo equo agli agricoltori e prodotti di qualità ai trasformatori. Tuttavia, è necessario un richiamo alla responsabilità di tutti i protagonisti della filiera affinché si possa essere veramente uniti in questo momento difficile.