ROMA – Dal Ministero dell’agricoltura, dell’alimentazione e degli affari rurali della Repubblica di Corea (MAFRA) l’ok alla rimozione della barriera commerciale che colpiva da tempo le esportazioni europee di prodotti a base di carne di maiale e pollame, riconoscendo le misure di regionalizzazione Ue per controllare i focolai della peste suina africana e dell’influenza aviaria ad alta patogenicità. Una decisione, questa, che secondo gli esperti potrebbe sbloccare oltre un miliardo di euro di scambi nei prossimi anni.
Ad evidenziarlo con preozzupazione è Cia Agricoltori Italiani sul proprio sito.
Al momento però, avvantaggia solo 11 paesi europei, autorizzati a esportare pollame e prodotti a base di pollame: Germania, Polonia, Ungheria, Belgio, Francia, Finlandia, Spagna, Paesi Bassi, Svezia, Danimarca e Lituania. L’Italia non c’è e manca anche dall’elenco dei 14 Stati membri che possono riprendere l’export di carne di maiale e prodotti a base di carne di maiale, ovvero Germania, Polonia, Ungheria, Belgio, Francia, Finlandia, Spagna, Paesi Bassi, Svezia, Danimarca, Slovacchia, Austria, Irlanda e Portogallo.
Finora, la Repubblica di Corea aveva imposto un divieto nazionale all’importazione di carne suina o pollame dagli Stati membri dell’Ue, colpiti dalla peste suina africana o dall’influenza aviaria ad alta patogenicità, ma con il riconoscimento delle misure di regionalizzazione dell’Europa, adesso riflesse nei requisiti sanitari coreani all’importazione, è consentito continuare le esportazioni da aree degli Stati membri dell’Ue che sono indenni da queste malattie e non è imposto un divieto a livello nazionale in caso di focolai.
La misura di facilitazione degli scambi ha fatto seguito a un’approfondita valutazione effettuata dalla Repubblica di Corea sulle misure di controllo della regionalizzazione dell’Ue, in base alla quale è stato concluso che il commercio può continuare a svolgersi in sicurezza dalle zone indenni da malattie degli Stati membri europei colpiti da queste malattie.