ROMA – Quest’anno l’Osservatorio Smart AgriFood (iniziativa di Politecnico di Milano e Università degli Studi di Brescia) indaga sul ruolo dei contoterzisti nell’innovazione del settore agricolo italiano.
A tal fine ha realizzato un questionario a loro rivolto, disponibile A QUESTO LINK
L’obiettivo dell’indagine è comprendere l’approccio all’innovazione digitale, le opportunità e le barriere che gli imprenditori agromeccanici riscontrano.
“UNCAI patrocina l’Osservatorio Smart AgriFood ormai da cinque anni, sin dal suo primo anno di attività, invitiamo quindi tutti i contoterzisti a partecipare all’indagine. La compilazione del questionario richiede meno di dieci minuti”. L’invito arriva da Giuliano Oldani, consigliere Uncai e tra i partecipanti più assidui e propositivi ai periodici seminari organizzati dall’Osservatorio Smart AgriFood che vedono riunita una community composta da agricoltori, società di prodotti e servizi per l’agricoltura 4.0, costruttori di mezzi agricoli e contoterzisti.
“È incredibile come lo scenario sia cambiato negli ultimi anni. Eppure covid, costi energetici alle stelle e la pace smarrita in Europa hanno reso ancora più urgente la rivoluzione digitale in agricoltura, anche se più complicata da attuare. Produrre di più con meno è ora una necessità economica dell’azienda prima ancora che ambientale. Ma per raggiungere questo obiettivo occorre portare in ufficio software gestionali, sistemi di monitoraggio e di controllo delle macchine, sistemi di mappatura di coltivazioni e terreni e sistemi di supporto alle decisioni”, prosegue Oldani, che oltre ad essere consigliere Uncai presiede l’associazione dei contoterzisti Apima di Milano, Lodi, Como e Varese.
Occorre, in sostanza, aumentare la superficie coltivata con pratiche 4.0 e il ricorso ad applicazioni che integrino tra di loro i diversi stadi della catena del valore. Tuttavia nella situazione economica attuale è diventato più difficile investire, nonostante gli aiuti pubblici. “Inoltre il conflitto in Ucraina ha posto il problema della cyber securuty dei big data agricoli, raccolti dalle nostre macchine attraverso strumenti a volte vulnerabili. Da qui l’importanza dell’opera di ricerca e divulgazione dell’Osservatorio Smart AgriFood, tesa soprattutto a sviluppare la cultura digitale e la fiducia nelle potenzialità delle tecnologie digitali, anche tra i contoterzisti”, conclude Oldani.